Mai come ora, dovremmo rispondere alla domanda che ci chiede se siamo ancora un Paese cristiano; se siamo in grado di difendere la vita e i fratelli o se, invece, stiamo cedendo a delle leggi che calpestano la morale del Vangelo e ci rendono un popolo laico e relativista.
Sono passate solo un paio d’ore (si fa per dire), da quando l’onorevole Barbara Saltamartini, della Lega, ha presentato al Parlamento la pdl n. 387, in merito all’obbligo di apporre nuovamente il crocifisso nei luoghi pubblici: dalle scuole alle carceri, dagli uffici alle Ambasciate.
E già uno strano fenomeno si sta affacciando sulle pagine del Web e delle testate giornalistiche. Dopo mesi e mesi in cui si è discusso sulla flebile fede di chi quei crocifissi li aveva rimossi, la pdl 387 sembra non essere stata accettata di buon grado e si sentenzia che, forse, sarebbe il caso di discuterne meglio, in ogni ambiente.
Coloro che avevano deciso di rimuovere il simbolo del cristianesimo, abusavano del pretesto di non voler urtare la sensibilità dei professanti altri Credi religiosi.
In realtà, i non cristiani che frequentano i nostri “luoghi pubblici” non hanno mai avanzato questa richiesta, né hanno mai dichiarato di sentirsi offesi.
Piuttosto, si sono sorpresi della facilità con cui gli italiani rinnegano il loro Dio per essere ospitali, consapevoli che, nei loro Paesi d’origine, le regole delle fede si difendono sino alla morte -non tanto la loro, quanto quella dei cristiani!
Il Vangelo si chiede se può un cieco guidare un altro cieco. La risposta è ovvia, com’è ovvio che, in questo momento, l’Italia è cieca, accecata da una politica di circostanza, che mira a relegare il cristiano in una minoranza, a favore di lobby varie e culture/credenze extra Nazionali.
Sottolineiamo che l’unica legge degna di nota, per il cristiano, è la Parola di Dio, l’unica che ci accompagna alle urne elettorali.
Noi non giudichiamo le varie fazioni politiche, ma chiediamo rispetto per il nostro Credo, per la nostra morale, per il nostro Dio, anche in ogni luogo pubblico, come dice la pdl n. 387, proposta dalla Lega.
Antonella Sanicanti
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