Il crollo del Ponte Morandi potrebbe non essere così inatteso come sostiene Autostrade per l’Italia, un dossier firmato dalla stessa società con data febbraio 2018 mostra le criticità del ponte.
Ad una settimana di distanza dalla tragedia di Genova in cui hanno perso la vita 43 persone ed altre nove sono ancora ricoverate in ospedale in condizioni critiche, si cerca di capire quali siano state le cause del crollo del Ponte Morandi e quali siano state le responsabilità della società di proprietà della famiglia Benetton, Autostrade per l’Italia. Nei giorni scorsi i rappresentanti del governo hanno accusato l’azienda di non aver effettuato le opere di manutenzione previste dagli accordi, mentre Autostrade per l’Italia si è difesa rispondendo che la manutenzione era stata fatta e che non c’erano segni che indicassero il crollo improvviso del ponte. Quest’ultima affermazione, però, pare che non corrisponda a realtà, almeno secondo quanto pubblicato sul sito de ‘L’Espresso‘ in un’articolo di approfondimento sull’argomento.
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Crollo Ponte Morandi: il dossier dello scorso febbraio in cui si parla dello stato precario dei tiranti
Secondo quanto emerso dalla commissione atta a stabilire le cause del crollo del ponte di Genova, la causa del cedimento è stata la rottura di alcuni dei tiranti. Nell’articolo viene fatto notare come almeno 7 tecnici (5 dello stato e 2 della società che ha in gestione la manutenzione delle autostrade) avevano evidenziato la corrosione delle pile 9, quelle che sostenevano la parte di ponte crollata, e 10 del Ponte Morandi: già a febbraio la corrosione aveva causato la riduzione al 20% dei cavi di metallo all’interno degli stralli, ovvero le strutture che fornivano il bilanciamento alla struttura. In questi mesi, però, non è stato preso alcun provvedimento a riguardo, né la riduzione del tratto autostradale ad una corsia per effettuare i lavori di manutenzione né la chiusura del tratto. Le prove di quanto sostenuto sono contenute nel verbale dello scorso 1 febbraio in cui il Provveditorato sancisce l’obbligo dell’opera di ristrutturazione del ponte di cui sopra potete leggere una parte.
Luca Scapatello