Il Papa ha espresso una nuova nomina per la Congregazione che il cardinale Sarah ha guidato fino a febbraio dello scorso anno, premiando un uomo che ha sempre vissuto nella bellezza ma non ha rinunciato a dire la verità quando serviva.
Francesco ha quindi indicato il nome di colui che sarà chiamato a portare avanti la missione di questo importante dicastero vaticano.
Il religioso ha una grande esperienza all’interno della Santa sede in un altro luogo ma sempre con le mani impastate di bellezze, segno che la liturgia e il culto divino non possono in alcun modo essere separate tra di loro.
La scelta di Bergoglio per il Culto Divino
Il Nuovo Capo Ufficio nella Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nominato da Papa Francesco è infatti il canadese Padre Pierre Paul, già officiale del Dicastero e che è stato dal 2007 al 2015 Maestro del coro della Cappella Giulia, il coro della basilica vaticana.
Il suo nome era emerso nelle cronache recenti per le segnalazione fatte alla Commissione per la Tutela dei minori nella Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2017, in merito ai presunti abusi sui chierichetti del Papa all’interno del Pre-seminario vaticano, il collegio in cui questi si formano e definito nelle inchieste “un ambiente malsano”.
Il collegio è situato in un edificio vicino alla residenza del pontefice e l’inchiesta è volta ad indagare se ci siano state violenze sessuali, al di là di fenomeni come liti, gelosie o pressioni psicologiche. Pierre Paul, maestro della Cappella Giulia e sacerdote della Basilica di San Pietro, raccontò di avere ricevuto le confidenze della vittima aggiungendo che “tutti a San Pietro” sapevano di quello che accadeva.
La vicenda in cui padre Paul denunciò i misfatti
Il Messaggero scrisse all’epoca che padre Paul avrebbe voluto fare le segnalazioni molto prima, anche se la presunta vittima glielo ha impedito. “L’ho fatto lo stesso (di andare alla Congregazione della Fede), perché penso che un sacerdote che sa qualcosa e non parla diventa complice“, disse davanti ai magistrati.
Durante l’interrogatorio, aggiunse di sentirsi “arrabbiato” nel vedere anni dopo Martinelli ancora a gestire i servizi liturgici con i ragazzi perché “se qualcuno ha problemi di questo genere non lo si mette con i ragazzi”. Insomma, un sacerdote con la schiena dritta che Papa Francesco ha voluto premiare riponendo in lui fiducia per questo importante ruolo nella congregazione oggi guidata dal Prefetto Roche e fino al 2021 dal Cardinale Robert Sarah.
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Non a caso, la sua attività in Vaticano legata alla musica e in senso più lato al settore degli artisti mostra come giustizia, arte e divino si impastino in una maniera unica, come spiegava ad esempio Papa Benedetto XVI, nella lettera che scrisse agli artisti nel 2009. Che cioè nella bellezza si incontra anche la verità, la stessa che chiama a non tacere di fronte alle ingiustizie.
Le parole di Ratzinger agli artisti
“Cari artisti, avvicinandomi alla conclusione, anch’io vorrei rivolgere, come già fece il mio predecessore, un appello cordiale, amichevole e appassionato. Siete i guardiani della bellezza; hai, grazie al tuo talento, la possibilità di parlare al cuore dell’umanità, di toccare le sensibilità individuali e collettive, di suscitare sogni e speranze, di allargare gli orizzonti della conoscenza e dell’impegno umano“, disse allora Ratzinger.
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“Siate dunque grati per i doni ricevuti e pienamente consapevoli della grande responsabilità di comunicare la bellezza, di comunicare nella bellezza e attraverso la bellezza! Siate anche voi, attraverso la vostra arte, araldi e testimoni di speranza per l’umanità! E non aver paura di confrontarti con la prima e ultima fonte di bellezza, la bellezza infinito! La fede non toglie nulla al tuo genio, alla tua arte, anzi le esalta e le nutre, le incoraggia a varcare la soglia e contemplare con occhi affascinati e commossi la meta ultima e definitiva, il sole senza crepuscolo che illumina e abbellisce il presente”.