Suor Eleonora Merlo è volto con Madre Noemi Scarpa, Suor Miriam D’Agostino e Suor Deborah, della trasmissione tv “La cucina delle Monache”. Ma chi era prima di prendere i voti?
Da psicologa a monaca di clausura. Questa è la storia di una giovane di 29 anni, Eleonora Merlo, oggi Suor Eleonora. La sua vita è cambiata completamente, infatti, dopo aver preso la decisione di dedicare tutta la sua vita a Dio. In un’intervista rilasciata a Fanpage, la giovane si racconta a cuore aperto, parlando di come ha deciso di diventare suora.
Oggi è anche volto della trasmissione tv, in onda su Food Network, “La cucina delle Monache”, che si tiene dal Monastero delle Benedettine di Sant’Anna, in Umbria. Con lei ci sono Madre Noemi Scarpa, Suor Miriam D’Agostino e Suor Deborah Presto. Le suore, durante il programma, preparano delle ricette gustose e mostrano come si cucinano e gli ingredienti che utilizzano per realizzarle.
La trasmissione sta per tornare con la sua terza stagione. A Fanpage, Eleonora ha detto, a proposito della nuova serie del programma: «Possiamo dire che nel realizzare le ricette siamo migliorate, ci siamo velocizzate un po’ (ride, ndr), siamo diventate più pratiche. Le persone apprezzano la semplicità, il fatto che stiamo bene insieme. Questo stile che ci caratterizza tutti i giorni, gli spettatori lo ritroveranno nelle nuove puntate».
Suor Eleonora, come ha trovato la vera felicità nel diventare monaca
Ognuno di noi tende a cercare la vera gioia nel corso della vita o, più semplicemente, è in cerca della propria vocazione. Non è semplice, perché bisogna guardarsi dentro con grande attenzione, e se lo si fa, il Signore ci aiuterà a trovare la strada giusta.
Eleonora ha raccontato che prima di diventare suora viveva una vita ordinaria, divisa tra studio e lavoro, oppure aiutava i suoi genitori nella gestione di un’azienda agricola e di un negozio a chilometro zero, che di solito resta aperto da giugno a dicembre. Frequentava spesso l’Azione cattolica, e faceva l’educatrice a livello diocesano. A un certo punto della sua vita, però, ha cominciato a cercare la sua vera vocazione, spinta anche dal percorso in Azione cattolica, che, come spiega lei stessa, ha «la tendenza a rimandare ai giovani la domanda vocazionale: “Cosa vuole il Signore da te? In che modo spendere la vita che ci ha donato per essere felici e per fare del bene al prossimo?“».
Eleonora, in quinta superiore, prende parte a un campo scuola diocesano per discernimento vocazionale. «Da lì ho iniziato a riflettere. Mi dicevo: sì, studio, sono impegnata, ho delle belle relazioni, amicizie, ho avuto svariati fidanzati, però desideravo essere felice e mi chiedevo quale potesse essere il desiderio del Signore per me».
Dopodiché, decide di fare un mese di esperienza in monastero, in Umbria, dove sta attualmente, ma non lo dice a nessuno, se non alla sua famiglia. Voleva prendere la sua decisione senza influenze esterne. All’epoca studiava psicologia. Quando decise di farsi suora di clausura, la sua famiglia non la prese proprio bene. «Mia mamma, in particolare, non era contenta. Non l’ha presa bene, era molto scettica anche per l’immaginario che c’è dietro una vita monastica e al termine clausura. Mio papà, invece, è stato sorpreso però disponibile. Mi ha detto: “Se sei felice così, vai”».
Poi, però, le cose si sono appianate, con sua madre. Eleonora racconta di vivere la sua vita in monastero con molta serenità e anche ciò che sente che questa esperienza le sta dando. In particolare, questa nuova quotidianità le ha dato «la possibilità di guardare a me in modo diverso, di cambiare la percezione della mia vita e di conseguenza la relazione con il Signore e il modo in cui sto con gli altri. È stato graduale. Quando sono venuta in monastero avevo 24 anni. È anche quell’età in cui si ha il desiderio di andare via di casa, di trovare il tuo posto nel mondo. Io desideravo essere felice».
Eleonora svela anche che ai tempi, durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, aveva fatto una richiesta a Dio: «Signore, mi va bene qualsiasi cosa, missionaria, sposata, una laica dedita al lavoro che scelgo, purché io sia felice». E oggi? «In monastero ho scoperto che le cose che succedono (belle o brutte che siano) possono essere vissute in modo diverso, continuando a coltivare la gioia e la gratitudine per la vita e per il servizio all’altro», chiosa.