Per ben 15 anni, mamma e papà, senza mai stancarsi, si sono presi cura di lui, Miguel, un trentaduenne in coma a causa di un incidente automobilistico, in cui altri persero la vita sul colpo.
I medici, sin da subito, non gli avevano dato nessuna speranza di guarigione e avrebbero staccato la spina, moltissimo tempo fa. “La vita può toglierla solo Dio.”, fu la risposta secca e decisa del padre, per impedire agli specialisti di praticare l’eutanasia.
E’ accaduto a Juan Canalejo di La Coruna, in Spagna.
“Se non fosse stato per lui -dice Miguel, dopo essersi risvegliatosi miracolosamente dal coma, all’età di 47 anni- non sarei qui, perché non mi davano alcuna chance. Mio padre ebbe fede.”.
Una fede incrollabile, potremmo dire -senza correre neppure il rischio di esagerare- che gli ha permesso oggi di riabbracciare il figlio.
Miguel ora ha bisogno di tempo per riprendersi, ma soprattutto per adeguarsi alla nuova realtà, ad un mondo che è andato, finora, avanti senza di lui e che poco riconosce.
“Non capivo nulla. Aprii gli occhi e davanti a me c’erano mia madre e mia figlia. Guardai mia figlia e le chiesi se era Almudena, perché mi ricordavo di avere una figlia con quel nome.”.
Possiamo solo immaginare l’emozione del momento, quando la ragazza rispose “Si” e Miguel le disse: “E io sono tuo padre!”. “Fu come addormentarsi e svegliarsi il giorno dopo.”. “Vedendo mia figlia mi emozionai. Con lei ho recuperato il tempo perduto e ora sono nonno.”.
Miguel ha dovuto subire molti interventi e sopporta ancora un’emiparesi che lo blocca in molti movimenti, ma ha recuperato vitalità e voglia di andare avanti. “E’ come se avessi 12 anni, perché sono nato due volte.”. “E’ cambiato parecchio (il mondo). Quando ho cominciato ad andare per strada pensavo: la gente è matta, parla da sola, invece parlava al cellulare.”.
Si, adesso che gli euro hanno sostituito le pesetas, Miguel, ha scoperto pure i CD, i DVD, gli IPAD e tanti altri aggeggi tecnologici che 15 anni fa non erano affatto diffusi.
Con le sue forze ritrovate, ha ottenuto un buon lavoro, come programmatore presso il Banco Pastor, e una casa propria che lo aiuta a riabituarsi a questo vecchio, per lui nuovo, mondo.
Miguel ripete a se stesso e agli altri “Non si deve perdere mai la fede.”.
Certo, nessuno mai dovrebbe, pur non avendo vissuto una forte esperienza come quella di Miguel e della sua famiglia.