E’ una delle domande che interpella tutti, specie quando facciamo i conti col dolore per la perdita di una persona cara.
Dopo la morte di un nostro caro continua a guardarci e a guidarci dal cielo? Sono e saranno sempre con noi? Queste sono le domande alle quali un sacerdote risponde.
Pensare che un nostro caro defunto non ci abbandona mai, ci fa sentire meno la sua mancanza, è un aiuto per alleviare la sofferenza.
Perdere una persona cara
La perdita di una persona cara porta con sé la grande sofferenza di non sentirne più la vicinanza fisica e fa nascere in noi tante domande.
Tra queste ce n’è una che interpella tutti. “Vorrei sapere cosa dice in proposito la Chiesa: è vero che i defunti possono seguire, dal cielo, le vicende umane e partecipare, in qualche modo, ai dolori e alle gioie delle persone?”.
Un sacerdote risponde a questo interrogativo: “E’ una domanda che apre a risvolti che toccano corde sensibili e sofferte. La possibilità desiderata di mantenere una qualche relazione con i defunti che erano cari al nostro cuore diventa acuta tanto più forte era il legame che ci univa. Sulla realtà dei defunti la fede cristiana affonda le radici nell’esperienza religiosa del popolo d’Israele”.
Sin dall’inizio dei tempi, molti furono coloro che si posero questa domanda: “L’attenzione è tutta rivolta alla vita terrena dell’uomo, l’unica della quale si abbia esperienza; oltre la morte tutto è oscuro, è scritto nel Libro di Giobbe. […] L’idea di una sopravvivenza o, per essere precisi, di una vita rinnovata oltre la morte si affaccia parzialmente nella fede d’Israele alle soglie dell’era cristiana. Alcune scuole di pensiero, come quella dei farisei, propendono per una risurrezione dai morti, come testimoniano i passi del Vangelo di Matteo.
Sul versante della fede cristiana è decisiva l’esperienza dei discepoli di Gesù, che hanno visto e incontrato vivo quel Gesù che avevano riconosciuto come maestro e visto morire sulla croce. Il Risorto appare loro, si comunica in un’esperienza umana unica, della quale si sentono chiamati ad essere testimoni per il mondo intero”.
Su questa esperienza si basa tutto il nostro credo, la promessa della vita che vince e supera la morte.
Cosa fare per i nostri cari
Come si apre il Paradiso per un nostro caro defunto? “La parola entrata nel linguaggio comune è «paradiso», che ha un valore evangelico perché la troviamo nella promessa fatta da Gesù al cosiddetto buon ladrone: «Oggi sarai con me nel paradiso». […]
Questa promessa è per ognuno di noi, se ci lasciamo coinvolgere dal Vangelo di Gesù: la comunione di vita definitiva e fondamentale è con lui, il Risorto dai morti.
La comunione perfetta con i nostri cari è in Cristo e si realizzerà nella compiutezza del Regno, quando Dio sarà tutto in tutti. Nell’attesa di questa comune beata speranza, la Chiesa crede in una comunione che ci accomuna anche con coloro che sono già morti in Cristo e continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli uomini e all’intera creazione”.
I nostri defunti ci guardano e ci proteggono dal Cielo, e noi siamo invitati a pregare per le anime sante del Purgatorio, che attendono il loro ingresso nel regno di Dio: “Questo è certo. Abbiamo bisogno di parole che siano espressive della nostra esperienza. Al tempo stesso dobbiamo riconoscere come oltre la morte si apre una realtà misteriosa che è oggetto di fede e speranza. Il vero paradiso è nella comunione con Cristo” – conclude il sacerdote.