Anche le informazioni più scabrose sul sesso e le operazioni chirurgiche ai genitali, giungono oramai in possesso dei più piccoli, con molta facilità. Troppo poche sono le restrizioni legali e i controlli familiari sui Siti che platealmente rilasciano filmati pornografici, che arrivano a bambini e adolescenti direttamente su PC, Tablet, Smartphone.
Troppo libero l’accesso gratuito che determina dati allarmanti, come quelli provenienti dall’Inghilterra. In un notissimo talk show televisivo, la dottoressa Naomi Crouch, responsabile della Società di Pediatria e Ginecologia per Adolescenti, ha denunciato che tantissime ragazzine, tra i 9 e i 12 anni, fanno richiesta al Sistema Sanitario Nazionale per modificare il proprio organo genitale. E’ un procedimento che si può facilmente ottenere, in Inghilterra, se si dichiara di avere problemi e conseguenze sullo sport e la vita intima. La dottoressa sottolinea che la situazione è davvero preoccupante, poiché, solo nell’ultimo anno, sono state almeno 200 le bambine/ragazze che hanno ottenuto il permesso di operarsi e il finanziamento per farlo. Si tratta del dilagare di una dismorfofobia, ossia di una visione distorta del proprio corpo, che genera estrema angoscia e vera e propria fobia. Si ipotizza che tutto questo si debba alla sovraesposizione dei minorenni a materiale pornografico. E così il pericolo diviene reale, l’invasione deviante e violenta, ma soprattutto non gestita né dai familiari, che spesso danno l’ok alla operazione chirurgica con molta leggerezza, né dagli istituti educativi, che preferiscono essere permissivi sull’argomento. La confusione allora diviene inaudita, le richieste delle minorenni mancano di una giusta misura e collocazione, di un’adeguata e reale conoscenza. La dottoressa ginecologa Paquita de Zulueta, afferma: “Mi è capitato di incontrare bambine di 11, 12, 13 anni insoddisfatte della propria vulva. Pensano che sia della misura e forma sbagliata. A volte sembrano disgustate, vorrebbero che la loro vagina fosse invisibile, come quella di Barbie.”. Incredibile che accada tutto questo nella modernissima ed efficientissima -così si dice- terra oltre la Manica. E sulla pagina Facebook, Silvia Pardolesi, moglie del giornalista Mario Adinolfi, in risposta a quanto rilevato, giustamente scrive: “In Inghilterra deve esserci evidentemente qualcosa che non va. I genitori di Charlie non possono avere il diritto a scegliere di far vivere il loro bambino, ma i genitori di bambine di 9 anni possono tranquillamente portarle a rifarsi la vagina (e mi viene da vomitare al solo pensiero …). Gli inglesi, a questo punto, mi fanno un po’ paura …”.