La candela “di Betlemme”: l’invito di questa seconda settimana di Avvento

Le quattro candele della corona di Avvento, ogni domenica assumono un significato diverso. Scopriamo quello della seconda candela.

Candela Betlemme Avvento II 2

A ogni candela corrisponde infatti un invito da fare nostro, per arricchirci della bellezza che ci dona questo tempo liturgico intriso di una particolare Grazia.

La candela di Betlemme di questa settimana di Avvento è la chiamata alla Salvezza che Dio offre a tutti, indistintamente! E’ la prima chiamata di ogni cristiano che si attua col Battesimo attraverso cui riceviamo la Grazia santificante che cancella il peccato originario.

E’ il sacramento che ci introduce nella grande famiglia di Dio. Col Battesimo nasciamo a una vita nuova, e veniamo accolti come figli della Chiesa che è Madre, e come tale ci nutre, ci accarezza, ci consola.

Avvento: quanto conta oggi la nostra Salvezza?

Tra le tante preoccupazioni e occupazioni, la nostra Salvezza prende un posto assai marginale.
Ed ecco che la seconda candela detta “di Betlemme”, in questo tempo di Avvento, richiama la nostra attenzione proprio su ciò che noi trascuriamo, perché la posta in gioco è altissima!

Viviamo uno stato d’animo di continua attesa, desideriamo che accada qualcosa di buono nella nostra vita: un lavoro, una nuova casa, un marito, un figlio, ma dimentichiamo di anelare alla cosa più preziosa che il Signore ci offre: la Salvezza dell’anima. Eppure c’è in ballo la nostra vita Eterna!

L’Avvento è tempo per cambiare la rotta, per effettuare una conversione del nostro cuore verso Cristo: Colui che assume la nostra condizione umana, con umiltà. Si fa piccolo, nasce dal grembo di una donna e lo fa per amore, per ricondurci al Padre, rivestiti della sua gloria.

Tra le tante voci che ascoltiamo in questo periodo, ce n’è una che merita tutta la nostra attenzione: Preparate le vie del Signore che viene”. Cosa fare per accogliere questo invito?

Fermarci e guardarci dentro con onestà e coraggio. Da lì iniziare a fare ordine nella nostra vita, e rimuovere tutti quei comportamenti e quelle situazioni che ci impediscono l’incontro vero con Lui. Il Signore viene proprio per permetterci di realizzare in pienezza la nostra chiamata ed essere davvero felici.

La Messa opportunità di Salvezza

Durante la Messa di ieri, ho notato con un pò di stupore la presenza di poliziotti in divisa che hanno partecipato alla celebrazione. E non capita spesso di vederne. Quell’immagine mi ha subito richiamato le parole di Santa Teresa di Lisieux:”Se la gente conoscesse il valore dell’Eucarestia, l’accesso alle chiese dovrebbe essere regolato dalla forza pubblica”.

Le stesse che proferì tempo dopo San Pio da Pietrelcina:”Se gli uomini comprendessero il valore della Santa messa, a ogni Messa ci vorrebbero i Carabinieri per tenere in ordine le folle di gente nelle chiese”.

Come sarebbe bello se tutti gli uomini capissero la grandezza della celebrazione eucaristica, se tutti accorressero per ricevere il corpo e sangue di Cristo, dono di un amore che si fa concreto, e se le chiese fossero gremite di fedeli innamorati. Per un momento ho sognato a occhi aperti tutto ciò e poi sono rientrata nella realtà ma non senza la speranza che “nulla è impossibile a Dio”.

La nostra Salvezza parte dal prendere coscienza del dono gratuito che il Signore ci fa di sé per amore, per salvarci. E non ci chiede di essere perfetti per accoglierlo ma solo di aprire il cuore alla Grazia che passo dopo passo ci plasma, ci leviga e trasforma i nostri cuori affinché possano imitare l’esempio del Suo Cuore.

Simona Amabene 

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