Il Governo ha modificato i decreti sicurezza di Matteo Salvini per una nostra maggior sicurezza, ma non solo.
Lo spiega la Capo delegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova, dichiarando, insieme a Nicola Zingaretti, “un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”.
“Stasera abbiamo messo fine all’inciviltà dei Decreti in-sicurezza di Matteo Salvini, ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale. Chiudiamo una pagina buia che aveva rigettato nell’ombra e nell’invisibilità migliaia di uomini e donne, trasformati da una norma sbagliata e malvagia in clandestini e privati, insieme all’identità, di quegli strumenti di integrazione e inclusione propri di un Paese civile capace di discernere e di costruire percorsi efficienti ed efficaci di legalità e integrazione a tutto vantaggio della sicurezza dei cittadini”.
Governo: i “nuovi” permessi di soggiorno
Così l’Italia “offre” nuovamente protezione speciale per i migranti e protezione sociale, se rimpatriarli comporterebbe rischio per la loro vita e “trattamenti inumani o degradanti”. In questi casi, è previsto l’immediato rilascio del permesso di soggiorno, per salvaguardare i diritti umani di quelle persone.
Ma il DL non parla solo di migranti, introduce molte altre norme per la sicurezza delle nostre città. Parla anche di “una nuova fattispecie di reato che sanziona chi introduce o detiene all’interno di istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione”. La punizione è prevista, sia per chi porta un cellulare ad un detenuto, sia per chi lo riceve.
Pene più severe anche per risse e spaccio
Il DL contempla pene più severe per chi partecipa a risse, specie se portano alla uccisione di qualcuno. Per la vendita di sostanze stupefacenti, “introduce norme che rafforzano i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, implementando le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, nonché le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web”.
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Antonella Sanicanti