Il disegno di legge depositato da 27 senatori 5 stelle si propone di modificare l’art.1 della Costituzione, introducendo così il principio di “ateismo di Stato”.
In nome di una laicità di Stato, che suona più come laicismo, il nuovo disegno di legge si propone l’obiettivo di relegare la religione al solo ambito della privata coscienza personale. In tal senso si vuole andare a negare l’apporto culturale e sociale che essa rappresenta per l’intera società e per la civiltà occidentale tutta. Si tratta di una proposta, che suona più come tentativo di imporre un principio di ateismo, che lo stesso disegno, nella parte introduttiva, richiama. Si legge infatti che “nell’ottica dell’individuo, il supremo principio di laicità comporta la pari dignità e tutela degli orientamenti personali, ivi compresi quelli orientati all’ateismo”.
Il nuovo disegno di legge si propone di modificare l’Articolo 1 della costituzione andando ad introdurre, come riporta Il Fatto Quotidiano, la parola “laica”, alla definizione “Repubblica democratica”. In tal senso, è molto interessante anche il richiamo che la stessa fonte fa al modello della Costituzione albanese del 1978, in merito all’introduzione del principio di “ateismo di Stato”.
Sul concetto di laicità e laicismo si va a concentrare il nodo della questione. Non è infatti laico, ma laicista, uno Stato che pretende di escludere Dio da ogni ambito della vita pubblica. Non è laico, ma laicista, uno Stato che vuol presentare Dio come antagonista dell’uomo e che dunque “nega alla religione ogni forma di rilevanza politica e sociale”. Ma ci si scorda, forse, che il cristianesimo non è affatto un “problema da risolvere”, ma che, piuttosto, “va a contribuire in modo vitale al dibattito pubblico” e sociale?
Se il Fatto Quotidiano consiglia ai senatori la lettura di un testo emblematico, scritto da un autentico laico come Benedetto Croce, dal titolo “Perché non possiamo non dirci cristiani”, in questa sede, si vuol richiamare un altro testo, dalla valenza storica fondamentale. Scritto da uno degli storici più influenti del Novecento, Jacques Le Goff, “Il Cielo sceso in terra. Le radici medievali dell’Europa” ci insegna come l’Europa intera si sia fondata sui principi cristiani.
Tra le risposte più illustri a questa tematica, c’è quella dell’’Arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi. Egli spiega infatti che la laicità come neutralità semplicemente non esiste. Questo perché, spiega il Monsignore, “la ragione politica che pretende di essere neutrale finisce con assumere violente connotazioni ideologiche antireligiose”. Tutto ciò finisce anche per corrodere la ragione politica stessa. Questo avviene perché “fede e ragione vivono e muoiono insieme”. Il tentativo di eliminare la fede religiosa “censura anche la domanda sul proprio fondamento e sul proprio senso, finendo per far perdere di vista le ragioni della comune convivenza.”
Fabio Amicosante
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