Ddl Zan, è già bavaglio: negate le piazze. Si potrà leggere ancora San Paolo?

Tolleranza manifesta o intolleranza strisciante? La denuncia delle associazioni pro-life, che segnalano numerosi casi in cui è stato impedito loro di manifestare contro il Ddl Zan Scalfarotto, dovrebbe fare riflettere.

San Paolo a Roma inviato di Cristo

I cattolici si stanno infatti da settimane ribellando contro la maggioranza di governo e l’idea di promulgare una legge che possa fungere da bavaglio per la libera espressione del pensiero, e di praticare liberamente il proprio credo religioso. Per cui in molte piazze si sono organizzare manifestazione per gridare in piazza il proprio secco no.

Istituzioni locali impediscono di manifestare contro il Ddl Zan

Non sempre però le piazze vengono concesse dalle autorità, come accusano le organizzazioni pro-life, indicando quindi una vera e propria ideologia dominante anche all’interno delle istituzioni democratiche, che dovrebbero garantire a tutti la libera manifestazione del proprio pensiero.

Vengono segnalati infatti diversi casi in cui è stato reso del tutto impossibile manifestare pubblicamente la propria contrarietà al provvedimento che attualmente è in discussione in  Parlamento, promosso dalla maggioranza Movimento 5 Stelle e Partito Democratico e  avversato dalle opposizioni di Lega e Fratelli d’Italia.

Dalla legge Cirinnà in poi, tutte le lotte del mondo pro-family

È successo ad esempio a Salorno, in provincia di Bolzano, poi ad Andria, e nel calabrese, denunciano l’associazione Pro Vita e Famiglia. Prove tecniche di bavaglio per chi si discosta dal pensiero pro-gender e pro-Lgbt? Non si tratta infatti solamente di una questione che riguarda l’uno o l’altro gruppo, o l’una o l’altra sigla. Il tema è di una concezione della società avviata anni fa con l’approvazione della legge Cirinnà, che regolamente le unioni civili.

Da quel momento, c’è tutto un mondo di associazioni, riunite sotto le bandiere “pro-life” e “pro-family” che si batte giorno e notte per evitare che la nostra società sprofondi negli abissi di tutti i peggiori effetti di scelte sbagliate in materia bioetica. Ad avallare quel provvedimento è stato infatti il governo Renzi, e le piazze del Family Day hanno portato in piazza a gran voce, in risposta, lo slogan “Ce ne ricorderemo”.

Il collante pro-gender che ha unito molti partiti di governo

Negli esecutivi successivi, però, purtroppo la linea è rimasta la stessa. I temi proposti da quelle che è stata chiamata la “piattaforma Cirinnà” è stato il tratto unitivo tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva.

Mentre ha rappresentato un punto di disgiunzione rispetto all’altro emisfero politico, legato ai partiti di destra e di centro-destra ma anche alle realtà, più piccole per ora nei numeri, che fanno riferimento a concezioni di pensiero politico cattolico, popolare, popolar-liberale o comunque inerente alle posizione promosse dalla Dottrina sociale della Chiesa.

Il grido delle piazze cattoliche sulla scia delle parole del Papa

La sostanza, però, è che le piazze cattoliche e pro-family hanno gridato sempre a gran voce il rischio di “attacco alla famiglia” che attualmente si sta vivendo nel nostro Paese. Sull’onda anche degli avvertimenti che, in più occasioni, ha lanciato il Pontefice. Parlando di “ideologia gender” come una vera e propria “guerra mondiale” alla famiglia.

Per il mondo variegato delle associazioni cattoliche pro-famiglia il “pensiero unico progressista” sta oggi, in tutto il mondo, portando avanti un vero e proprio disegno scientifico teso a smantellare ogni idea di nazione, di radici morali e valoriali e quindi sta anche cercando di dissolvere quella cellula primordiale di ogni società che è la famiglia.

lgbt

Il Papa: “Il demonio non vuole la famiglia e cerca di distruggerla”

Che inevitabilmente, in ultima istanza, porta a un attacco diretto alla religione e in particolare al cristianesimo. Difficile non pensare che dietro tutto questo, perciò, ci sia proprio il principe delle tenebre, che “attacca tanto la famiglia”, come ha spiegato il Papa.

“Il demonio non la vuole. E cerca di distruggerla, cerca che l’amore non si liberi”, ha detto Francesco, in questo caso durante una convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito. Il problema è che oggi, in Italia, con la crisi sanitaria appena superata (si spera) e quella economica alle porte (si spera di no, ma purtroppo la realtà sembra andare in questa direzione) il tema delle unioni omosessuali e del “pensiero omofobico” è tutt’altro che un’emergenza.

In Italia rinasce la povertà, e il Ddl Zan Scalfarotto è fumo negli occhi

In Italia sta rinascendo la povertà, tante famiglie hanno perso il lavoro e non sanno come mantenersi, e con questi numeri in Italia saranno molte le aziende che dovranno abbassare le serrande a settembre. Perciò, è più che lecito pensare che questo genere di provvedimenti, a costo zero, non rappresenti in realtà che fumo negli occhi.

Papa Francesco Gesu demonio

La vera preoccupazione, quindi, è che questo provvedimento rappresenti una fase importante di una destrutturazione della società e dei suoi valori morali fondanti, e fondati sulla natura dell’uomo, al punto che nemmeno i sacerdoti potranno più citare determinati passi biblici. Come ad esempio la lettera di San Paolo ai Romani (1, 21-32).

La lettera di San Paolo ai Romani: si potrà ancora leggere in piazza?

Perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno.

San Paolo
San Paolo (photo websource)

Abbandonati a passioni infami, non si sono curati di conoscere Dio

Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento.

Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette”.

San Paolo
San Paolo (photo websource)

La domanda quindi è: dopo l’approvazione del Ddl Zan Scalfarotto, si potrà ancora leggere pubblicamente questo passo biblico paolino?

Giovanni Bernardi

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