Il Ddl Zan Scalfarotto, approvata dalla commissione Giustizia della Camera nella notte tra il 28 e il 29 luglio, sta suscitando molte critiche tra le opposizioni e non solo.
La proposta di legge ha incassato un via libera condizionato dalla commissione Affari costituzionali, che ha messo in luce la necessità di tenere in considerazione il parere del Comitato per la legislazione. Questo ha spiegato perché il rischio è di introdurre nel nostro Paese un assurdo e inconcepibile reato di opinione.
Ddl Zan-Scalfarotto, le opposizioni sulle barricate
L’accelerazione forzata del processo legislativo è stata voluta dalla maggioranza Pd/Cinque Stelle/Italia Viva/Leu. Che conta a una ripresa più veloce a settembre dell’iter. Prima delle ferie agostane infatti non ci sarà la possibilità di riprendere la discussione. Tuttavia, le battute preliminari hanno messo in luce chi sono i contrari e chi i favorevoli.
Forza Italia ad esempio si trova impegnata nel mediare tra le parti ma decisamente schierata contro la legge. Dall’altra parte il Pd, seppure favorevole a prevenire i rischi “liberticidi“, cerca in tutti modi di arrivare ad approvare la legge. Intanto, nel complesso, le opposizioni si sono messe in aula sulle barricate.
Il no alla violenza che diventa contro la libertà di pensiero
La Lega ha parlato senza mezze misure del ritorno di “regimi dittatoriali”. Forza Italia ha parlato di una “legge ideologica e illiberale”. Che “mette in discussione il diritto ad affermare stili di vita diversi, basati su una diversa visione culturale, religiosa o civile”. L’Udc con Paola Binetti ha spiegato che con questo provvedimento, in maniera subdola e irresponsabile, “il no alla violenza diventa un no alla libertà di pensiero”.
Il Popolo della Famiglia ha invitato i cattolici a rispondere con un “secco no”. “Qui il tema non è l’omofobia, ma la limitazione della libertà di pensiero”, ha spiegato il deputato e portavoce di Forza Italia Antonio Palmieri. “Spero che i colleghi del Pd e di Italia viva se ne rendano finalmente conto”.
Il Ddl Zan, una “legge-bavaglio contro l’omotransfobia”
Ma c’è anche chi spiega che proposta di legge Zan, ribattezzata dagli analisti una “legge-bavaglio contro l’omotransfobia e la misoginia”, è in realtà una sorta di vera e propria legge ad personam per gli interessi del suo promotore, il deputato padovano del Partito democratico e da anni fautore delle battaglie omosessualiste Alessandro Zan.
Ma sulla legge si sono espressi anche forti dubbi da parte del mondo femminista italiano, simbolicamente capeggiati a livello internazionale dall’autrice di Harry Potter J.K. Rowling. Aspramente insultata e bullizzata sui social solo perché ha messo in luce il fatto che il politicamente corretto e l’ideologia gender sta in realtà cancellando dal mondo la figura femminile.
Cos’è e cosa vuole imporre il Ddl Zan-Scalfarotto
Tanto che non si può più nemmeno pronunciare il nome donna, tacciando chi lo fa di essere omofobo e sessista. La legge vorrebbe aggiungere alla storica legge Mancino, che tutela chi commette violenza “per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, anche violenze legate a “sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere”. Creando già un problema sulla definizione giuridica di identità di genere.
Non bastasse, però, si vorrebbe anche istituire la giornata nazionale contro “l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”. Spendendo 4 milioni di euro per il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Magari con dei colorati gay pride, alias giornate della sessualizzazione senza freni e limiti, nelle scuole. Tanto per indottrinare i nostri figli, ben allontanati dall’ora di religione, a ogni tipo di perversione e illimitato arbitrio.
La voragine educativa dei giovani si risolve con il “gay pride” a scuola?
Come se non esistesse già un grave problema educativo, una voragine morale e di rispetto di valori condivisi, ormai sempre più impostati su trasgressione e rifiuto di ogni regola. Questi signori non pensano di avere una parte in causa in questo terribile decadimento sociale e morale, in particolare per molti dei nostri giovani, sempre più privi di punti di riferimento e abbandonati a sé stessi?
Purtroppo, si tratta della storia del percorso imboccato negli ultimi decenni dal mondo progressista e di “sinistra“. Che ha ampiamente abbandonato le lotte per il lavoro e per i lavoratori, sposando, purtroppo, quelle dei “diritti civili”, e lasciando così campo libero al ruolo spinto e senza freni del mercato. Ovvero, ai potentati economici internazionali su cui questa sinistra “moderna e progressista” si appoggia, nascondendosi dietro la lotta al pensiero conservatore.
Il deragliamento della sinistra dai diritti sociali a quelli “civili”
La sostanza del pensiero portato avanti da questa fazione culturale e politica è: smantelliamo lo stato sociale e ogni diritto legato a welfare e lavoro, ma in cambio lasciamo a tutti la libertà di fare ciò che vuole non solo sotto le coperte, ma anche nelle proprie famiglie. Dei bambini, della vita e della morte, delle nuove nascite, degli aborti e degli anziani o dei malati che abbandonano questo mondo con l’eutanasia.
Insomma, nascondiamoci dietro il dito dei diritti civili per non vedere le nefandezze che riguardano i diritti sociali. Tanto, la realtà è che il grande capitale, i potenti mass media ci innalzeranno come vitelli d’oro e ci faranno passare per paladini della giustizia.
Purtroppo non è così, e molti cattolici stanno scendendo nelle piazze per gridarlo a gran voce. La verità è che, nel paese delle leggi ad personam, come scrive il quotidiano Libero, se prima ad essere incoronato era Berlusconi, accusato di favorire le sue aziende, poi Renzi, accusato di fare la Buona scuola solo per fare assumere come insegnante sua moglie, ora c’è il deputato gay Zan.
Una legge che “potremmo anche evitarci”
Che punta a utilizzare la legge per fare ciò che vuole, vestendo in parlamento in suo abito arcobaleno e facendo della sua narrazione omosessualista quella dominante nelle stanze del potere.
Scrive il quotidiano di centro-destra: “Imporre una dottrina ad personam con ricadute penali per nuovi reati di opinione, e per di più attraverso una maggioranza nata un anno fa giusto con l’obiettivo di approvare la legge di bilancio e il taglio dei parlamentari per poi andare al voto, è un’esagerazione che potremmo anche evitarci“.
Giovanni Bernardi