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Opinioni e Approfondimenti

Ddl Zan-Scalfarotto: i cattolici si ricompattano in politica

La vicenda del ddl Zan-Scalfarotto portato avanti dalla maggioranza Pd, Cinque Stelle e Italia Viva ha compattato buona parte del mondo politico cattolico.

Le eccessive sanzioni previste nel decreto legge infatti sono sembrate a tutti fuori luogo, e il rischio che ad essere minata sia la libertà di opinione ed educazione ha portato molti cattolici impegnati in politica sulle barricate.

Tra questi, il comitato Pro Vita e Famiglia, che in questi giorni hanno denunciato i duri e violenti attacchi ricevuti sui social per avere espresso le loro posizioni. Tanto da chiedersi: oltre alla lotta alla omotransfobia, c’è forse bisogno di una lotta alla cristianofobia?

Ddl Zan-Scalfarotto, è in gioco la libertà religiosa e di opinione?

Pochi peraltro sanno che Legge Mancino infatti prevede una sanzione nei confronti di slogan legati al nazifascismo e che incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Forse c’è bisogno di allargare la punizione delle discriminazione verso la propria fede anche quando promosse dai sostenitori del pensiero unico che promuove l’appiattimento delle differenze sessuali?

Il tema tuttavia sembra che stia continuando a passare nell’ombra del dibattito. Il Paese sta vivendo una difficoltà epocale e la crisi si presenta alle porte. Nell’inedito congresso degli “Stati generali” a Villa Pamphili il ddl Zan.Scalfarotto appare più la bandierina progressista di un governo guidato da quel Giuseppe Conte che è parso essere ampiamente benedetto dal mondo cattolico. I giornali per settimane hanno parlato della sua formazione a Villa Nazareth e della sua estrazione cattolica.

Card. Ruini – Scalfarotto – Zan

Il fronte dei cattolici in politica si è ricompattato

Ma questi purtroppo sono al momento i risultati. Il fronte politico conservatore parla di una “battaglia antropologica”, tirando in ballo il Papa emerito Benedetto XVI. I giuristi cattolici di Perugia hanno spiegato che “il ddl finisce in realtà per costruire ulteriori muri, recinti e riserve, in cui alcuni diventano più uguali degli altri”.

La Cei ha espresso ferma contrarietà con un comunicato, ma con un’apertura al dialogo testimoniata più che altro dall’intervista rilasciata da uno dei due promotori della norma al quotidiano Avvenire. Anche il gesuita padre Bartolomeo Sorge, ex guida della Civiltà Cattolica, in questi anni bandiera di una Chiesa fortemente schierata contro una parte politica, in questo caso la destra di Matteo Salvini, si è espresso contro questo testo.

La maggioranza unita nel portare avanti il Ddl

Su Facebook il portavoce di Pro Vita e Famiglia Jacopo Coghe scrive: “A chi verrà condannato per omotransfobia sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto e ogni altro documento valido per l’espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto”.

Il Giornale riporta che “la maggioranza è compatta. Il Partito Democratico è per la “piattaforma Cirinnà”. Il MoVimento 5 Stelle ha spesso strizzato l’occhio ai “nuovi diritti”. Italia Viva non ha mai fatto mistero di essere per un cattolicesimo democratico aperturista. Il sentiero è spianato”.

La lotta del mondo Lgbt alla famiglia naturale e ai cattolici

E che quindi, in questo contesto, i cattolici hanno ritrovato un’unità perduta. Intervistato dal quotidiano diretto da Sallusti, Coghe spiega che “la legge sull’omotransfobia nasconde una vera e propria fobia, questo è vero. Quella delle lobby lgbt nei confronti di chi crede e riconosce la famiglia naturale come unica famiglia, come d’altronde fa la stessa Costituzione italiana! Non vogliono che si dica più che il bambino ha bisogno di mamma e papà. Ci vogliono mandare tutti in galera o farcela pagare (con sanzioni)”.

“Passeranno a ‘rieducare’ i nostri figli con questa nuova ideologia che non riconosce maschio e femmina come sessi distinti“, conclude Coghe. “Questo invece sarà considerato moderno e corretto, snaturare l’ordine delle cose e intervenire nell’intimità di bambini innocenti parlando di argomento che con la cultura e l’istruzione scolastica non c’entrano nulla”.

 

Giovanni Bernardi

fonte: ilgiornale.it

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