Il calendario della forma Straordinaria del Rito Romano indica una devozione per ogni mese dell’anno, scelta in base agli eventi che si ricordano in quel periodo specifico.
Così, Aprile è il mese dedicato alla Divina Misericordia (ma anche all’Eucaristia, al Santissimo Sacramento, allo Spirito Santo, che qualche Paese celebra in Febbraio).
Nelle settimane di questo mese, si svolge gran parte della Quaresima che ci conduce alla Santa Pasqua. Dalla croce, dal petto squarciato del Cristo morto per noi, scaturirà il torrente della Divina Misericordia, nel modo in cui Gesù stesso spiegò ampiamente a Suor Faustina Kowalska.
Il culto della Divina Misericordia, infatti, può essere ben compreso facendo riferimento al dialogo mistico che la Suora ebbe con Gesù, che la definiva sua segretaria. Le aveva chiesto di scrivere ciò che lui le dettava in un Diario e di far dipingere un quadro per il culto, secondo le due indicazioni.
Gesù, parlando a Suor Faustina e descrivendo l’immagine della sua Misericordia, aveva detto: “Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime … Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della mia Misericordia, quando, sulla croce, il mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia”.
In un altro passo del Diario di Suor Faustina Kowalska, si legge: “Sappi che l’ostacolo più grande alla santità è lo scoraggiamento e l’inquietudine ingiustificata, che ti toglie la possibilità di esercitarti nelle virtù. (…) Io sono sempre disposto a perdonarti. Ogni volta che me lo chiedi, esalti la mia Misericordia”.
La parola “Misericordia” è l’unione di due termini: “miserere”, ossia “pietà”, e “cor-cordis”, ossia “cuore”.
La Misericordia è, dunque, un moto del cuore, che ci induce ad avvicinarci amorevolmente alle vicende di qualcun altro, a comprenderle e a sostenerle.
Nel caso della Divina Misericordia, si parla del massimo attributo di Gesù Cristo, che si avvicina all’uomo e se ne prende cura, nella creazione, come della de-creazione del peccato.
La Divina Misericordia, pertanto, è l’ennesimo tentativo di salvare l’uomo, di avvicinarlo alla fede, offrendogli un mezzo efficace per domandare la grazia del perdono e rinfrancarsi.
Il sacrificio estremo del Dio fattosi uomo ha regalato una fonte inesauribile di Misericordia, una risorsa per l’uomo che cade nell’errore e che vuole rimettersi alla bontà del Padre. “Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per saper quando batterà per me (…). Ho aperto il mio Cuore come una viva sorgente di Misericordia, tutte le anime vi attingano la vita. (…) Da questo mare di Misericordia le grazie si riversano sul mondo intero. Nessun’anima che si sia avvicinata a me, è ripartita senza essere stata consolata (…).
Oggi, mando te a tutta l’umanità con la mia Misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente. Prima del giorno della giustizia, mando il giorno della Misericordia”.
La Divina Misericordia diviene, dunque, ciò che, per immenso amore, muove il Creatore verso l’uomo, quando ci richiama a sentimenti puri. E’ anche, però, l’atteggiamento che ognuno dovrebbe avere nei confronti del fratello.
“Esigo da te atti di Misericordia (ancora Gesù a Suor Faustina), che debbono derivare dall’amore verso di me.
Devi mostrare Misericordia sempre e ovunque verso il prossimo. (…) Ti sottopongo tre modi: il primo è l’azione, il secondo è la parola, il terzo è la preghiera. Anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere”.
Dunque, la Divina Misericordia è il rimanere in attesa, da parte del Cristo, dell’uomo che, convertito, voglia ri-abbracciare il suo Dio e imitarlo delle azioni e nelle intenzioni, ma è, altresì, l’attributo che placa la giustizia divina, nel suo attuarsi che, inevitabilmente, porterebbe alla condanna di tutti i peccatori.
“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato”, dice il Vangelo di Luca. Dell’attributo della Divina Misericordia, parlano ampiamente anche i testi e le preghiere di ebrei e musulmani, tanto per riconfermarne l’importanza.
Così, Dio ci offre costantemente la possibilità di chiedere redenzione, di uscire dalla condizione che ci relega ai margini della grazia e della perdizione eterna.
Il Dio, che ha mandato il suo unico Figlio a morire per difendere l’umanità, non vuole che ci smarriamo e, dal momento in cui ci ha creati, non cessa, per Misericordia, di invitarci a considerarci suoi figli privilegiati.
Nella sua intenzione, c’è la volontà incoraggiarci e di perdonarci, prima che l’esito del giudizio finale venga reso esplicito e non ci dia più alcuna possibilità scampo.
Non importa, dunque, quante volte cadiamo nell’errore, Dio sa che siamo governati dalle nostre debolezze e che le tentazioni del mondo ci risultato allettanti. Ciò che ci chiede e di desiderare di fare del nostro meglio, mettendo da parte ogni irrequietezza, perché, qualora non avessimo le forze per fare bene, potremmo sperare nella sua grazia e in quel fiume di Divina Misericordia, che Cristo ha riversato su di noi, anche mentre spirava.
In lui si sono, così, rinnovate le promesse per il genere umano, fatte da Dio all’uomo, nel volerci riscattare, e a caro prezzo, dal maligno, per renderci degni di contemplare, un giorno, il suo volto santo.
Gesù chiese a Suor Faustina anche unafesta della Divina Misericordia, che fu effettivamente istituita la domenica dopo la Pasqua (la Domenica in Albis), dal Santo Papa Giovanni Paolo II.
Antonella Sanicanti
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