Il diavolo attaccava Padre Pio sin da quando era bambino: i racconti spaventosi

Fin dalla tenera età il santo frate di Pietrelcina subì gli assalti del diavolo. I racconti delle aggressioni demoniache sono davvero scioccanti.

Padre Pio da adulto e da bambino

Padre Pio è stato un guerriero dello spirito, è cosa nota. Meno noto forse il fatto che il frate con le stimmate ha cominciato presto a battagliare con il demonio. Fin da piccolo infatti dovette fronteggiare gli assalti lanciati da quell’essere pervertito e pervertitore che sant’Ignazio di Loyola bolla come «nemico della natura umana».

Il confratello padre Agostino annota nel suo Diario che per padre Pio cominciarono, insieme a estasi e apparizioni, anche «le apparizioni diaboliche che in vent’anni furono sempre oscenissime, umane e soprattutto bestiali».

Sono diversi i racconti scioccanti che riguardano san Pio e il demonio. Alcuni sono riportati nel libro L’universo demoniaco (Sugarco) di don Marcello Stanzione. Fin dalle prime pagine del suo epistolario padre Pio racconta delle torme di “mostri” che gli si mettevano vicino.

Padre Pio attaccato dal diavolo fin da bambino

Nella sua Vita di Padre Pio, anche lo scrittore Rino Cammilleri ricorda come ancora da ragazzetto il piccolo Francesco avesse preso l’abitudine di dormire per terra con una pietra come guanciale. A cinque anni, presa questa risoluzione, cominciò a ricevere anche le “visite” del Maligno che lo tormentava con incubi notturni. Anche padre Amorth ha raccontato degli scontri di Padre Pio col demonio fin dalla fanciullezza.

Padre Pio in preghiera

Ad esempio padre Pio rivelò alla figlia spirituale Cleonice Morcaldi: «Ricordo che tanti mostri si mettevano intorno alla culla per spaventarmi ed io strillavo». Il santo cappuccino descrisse anche al direttore spirituale, padre Benedetto da San Marco in Lamis, le continue apparizioni demoniache subite da bambino:  «Mia madre spegneva il lume e tanti mostri mi si mettevano vicino ed io piangevo. Accendeva il lume ed io tacevo perché i mostri sparivano. Di nuovo lo spegneva e di nuovo mi mettevo a piangere per i mostri».

Ma il problema non si presentava solo di notte. Capitava spesso che tornando da scuola Francesco non riuscisse a entrare in casa perché trovava la porta sbarrata da un “prete” in atteggiamento minaccioso. Allora il futuro padre Pio si metteva da parte e attendeva fino a quando non arrivava un bambino scalzo a tracciare un segno di croce. A quel punto quella figura inquietante spariva e lui poteva finalmente entrare.

Una tregua dagli assalti diabolici ebbe luogo nel 1903, in coincidenza con l’inizio del noviziato. Ma la tregua durò poco: il cornuto tornò a ripresentarsi quando padre Pio si trovava nello studentato di Sant’Elia a Pianisi. Fu lui stesso a raccontare quanto accaduto nel settembre 1905: «Una notte sentii dei rumori che mi sembravano provenire dalla cella vicina. «Che farà a quest’ora fra Anastasio?”, mi dissi; e pensando che vegliasse in adorazione mi misi a recitare il rosario. C’era infatti tra noi una sfida a chi pregava di più e io non volevo rimanere indietro. Continuando però questi rumori, anzi diventando sempre più insistenti volli chiamare il confratello. Si sentiva intanto un forte odore di zolfo».

Padre Pio ricorda di essersi sporto dalla finestra per chiamare il confratello Atanasio. Non avendo ricevuto risposta, si ritirò nella cella. A quel punto, con grande sorpresa vide entrare dalla porta un «grosso cane dalla cui bocca usciva tanto fumo». A quel punto, prosegue il racconto del cappuccino, «caddi riverso sul letto e udii che diceva: “È iss” (è lui). Mentre ero in quella postura, vidi l’animalaccio spiccare un salto sul davanzale della finestra, da qui lanciarsi sul tetto di fronte, per poi sparire».

Il giovane Padre Pio assalito dal diavolo a Venafro

Ma fu soprattutto nel convento di Venafro, dove venne portato da Napoli nell’ottobre 1911 quando sembrava che avesse i giorni contati, che le vessazioni demoniache si moltiplicarono per il giovane frate. A Venafro padre Pio rimase circa quaranta giorni. In quel periodo il frate di Pietrelcina, allora 24enne, fu assalito a più riprese dal demonio.

Nel suo diario padre Agostino arriva a contarne dieci e anche più. Le apparizioni diaboliche precedevano o seguivano le estasi. Inizialmente il demonio apparve sotto forma di gatto nero e brutta. La seconda apparizione avvenne, ricorda frate Agostino, «sotto forma di giovanette ignude che lascivamente ballavano». La terza volta il demonio senza apparire, sputava in faccia a padre Pio, mentre durante la quarta, ancora senza apparirgli, lo tormentava con rumori assordanti.

La quinta volta invece il diavolo si presentò «in forma di carnefice che lo flagellò» e la sesta sotto forma di Crocifisso. La settima apparizione demoniaca avvenne sotto le fattezze di un giovane amico dei frati cappuccini, che lo aveva visitato poco prima. L’ottava e la nona volta il diavolo fece capolino sotto la forma rispettivamente del padre spirituale e del padre provinciale.

La decima volta il tentatore prese la forma di papa Pio X, altre volte quella dell’angelo custode, di san Francesco e perfino di Maria Santissima. In ultimo, il demonio apparve «finalmente nelle sue vere fattezze, orribili, con un esercito di spiriti infernali».

Gestione cookie