La drammatica vita criminale dello scrittore viene purtroppo messa in ombra ad arte, ma lo stesso identico argomento assume un contorno estremamente aggressivo quando ad esserne colpita è la Chiesa. Due pesi e due misure su cui bisognerebbe ragionare e che nascondono ben altro.
Purtroppo, la realtà è ben diversa da come la si vuole dipingere, e oltre il dramma bisogna individuarne le vere cause, invece che nasconderle.
Pier Paolo Pasolini, celebre scrittore e regista, autore di capolavori che rimarranno nella storia italiana, in questi giorni è stato celebrato dalla stampa italiana e da tutto il Paese in occasione del occasione del centenario della nascita. Lo scrittore, però, come tutti sapevano, oltre che uomo di grande cultura fu anche pedofilo.
La pedofilia di Pasolini totalmente rimossa
Secondo le leggi attuali, oggi Pasolini sarebbe stato incarcerato, a causa del fatto che abusò sessualmente di molto giovani ragazzi. Allora l’unico provvedimento che fu preso nei suoi confronti fu l’espulsione dal Partito Comunista Italiano. Per alcuni la pedofilia fu anche la causa del suo assassinio, compiuto per mano di un minorenne che dichiarò di essersi ribellato alle prepotenze sessuali di Pasolini.
Il suo essere di fatto un pedofilo venne tuttavia totalmente oscurato e rimosso dal dibattito pubblico, e molti hanno grande fatica ancora oggi nel riconoscerlo. Nonostante la sua stessa pedofilia sia spesso alla radice anche della sua produzione letteraria e poetica.
Il sito dell’Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) ha attaccato la scrittrice Dacia Maraini, grande amica di Pier Paolo Pasolini e nota accusatrice degli scandali della Chiesa cattolica. “Strano comportamento quando si parla del crimine pedofilia”, scrive il sito. “Se la pedofilia non è commessa da un membro della Chiesa cattolica allora non è violenza, non è abuso. E’ solo “fare l’amore con i ragazzi”, un “gioco sessuale””.
L’attacco dell’Uccr alla giornalista Dacia Maraini
Insomma, “se ad essere macchiata è la Chiesa cattolica, quei preti diventano (giustamente) criminali, mostri ed assassini da sbattere in prima pagina”. Mentre invece “se al contrario, come ancora più spesso accade, questi abusi vengono commessi da personalità laiche, magari stimate dai media e dal mondo, allora si tergiversa, si resta sul vago, si attenuano o spariscono le condanne”.
La tesi è che se quando si parla di preti pedofili giustamente si titola in prima pagina a caratteri cubitali parlando di “bambini violentati” o “bambini abusati”, le vittime di Pasolini vengono descritte come “ragazzi di vita”. Ancora più, quelli del celebre scrittore non erano abusi, ma “rapporti con ragazzi, anche minorenni”. Per il direttore di Domani Stefano Feltri semplicemente “gli piacevano i ragazzini”.
La verità però è ben altra. Pasolini infatti “pretendeva lo sfruttamento fino alla prepotenza”, compiendo questi crimini su minori che solitamente venivano dai quartieri più poveri, spesso africani, nel contesto di una cultura connivente, che non riusciva a vedere il male della distruzione psichica di quegli stessi ragazzini, magari provenienti dal sud del mondo.
Le inammissibili tesi della nota scrittrice e giornalista
Di fronte a queste evidenze, la scrittrice Dacia Maraini in una recente intervista ha persino risposto che “Pier Paolo Pasolini non era un predatore sessuale. Non era un dominatore. Il suo approccio non aveva nulla di violento. Era ludico. Con i ragazzi giocava a pallone, scherzava, rideva. Cercava se stesso bambino. Poi, certo, faceva l’amore. Aveva scoperto la sua omosessualità a sei anni, l’avevano perseguitato e irriso per questo”.
Nessuna parola su abusi, violenza, prevaricazione di un adulto su un minore. Termini che giustamente però si sarebbero usati nel caso in cui lo scandalo avesse coinvolto qualsiasi prete colpevole di tali crimini. Per la scrittrice, quelli di Pasolini erano semplici “giochi sessuali”. Mentre in passato parlò di “portare alla luce gli scandali della pedofilia” nella Chiesa.
Insomma, due pesi e due misure che faremmo a meno di leggere e di vedere. Se a commettere il crimine della pedofilia non sono uomini di Chiesa, improvvisamente questa diventa accettabile, ammissibile, persino ludica, quasi divertente.
I tanti scrittori che appoggiarono la pedofilia e le parole dei Papi
Come Pasolini furono infatti molti altri gli scrittori storicamente noti che abusarono di minori, in epoche in cui il termine pedofilia non veniva nemmeno usato. Tra questi ci sono anche Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Intellettuali come Michel Foucault, Louis Aragon, Jack Lang e Roland Barthes promuovevano addirittura il diritto pubblico alla pedofilia, chiamandolo sostegno ai “diritti sessuali” dei minori.
Eppure è stato Papa Francesco a spiegare che i crimini di pedofilia avvengono principalmente in ambito familiare, mentre i riflettori mediatici fanno apparire la questione come una vicenda peculiare del mondo cattolico. Una vera e propria dolorosa bugia raccontata in malafede.
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“Le statistiche sul fenomeno della violenza dei bambini sono impressionanti, ma mostrano anche con chiarezza che la grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato“, disse Bergoglio. “La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità. Nessun altro ha fatto di più. Eppure la Chiesa è la sola ad essere attaccata”.
Oltre a cioè, bisogna anche sottolineare che sul tema della pedofilia, Ratzinger spiegò che alla base ci fu principalmente un problema di libertà sessuale e di omosessualità nato intorno agli anni sessanta, ovvero in contemporanea della rivoluzione studentesca e sessuale. Lo stesso periodo storico in cui la Chiesa si macchiò di crimini di tale natura. Studi dimostrano infatti che gran parte dei sacerdoti che commisero abusi sono nati intorno agli anni trenta e poi ordinati intorno agli anni sessanta.
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Per questo sarebbe meglio togliere i paraocchi e riflettere sulle vere cause del male nel mondo, invece che affrontare i temi con superficialità. Il demonio corrompe le anime deboli, ma il principe della menzogna si nasconde molto più spesso tra le piaghe dei ragionamenti di coloro che cercano di orientare il pensiero del mondo, convinti di avere risposte che cercano però nei luoghi in cui non ci sono. Mentre quando ci sono indizi, li nascondono con grande impegno.