Coronavirus, pandemia, lockdown, didattica a distanza: sono questi i problemi che la maggior parte delle famiglie italiane stanno affrontando in questi ultimi mesi.
Il non poter andare a scuola rappresenta il primo disagio di questa “nuova reclusione” per i ragazzi. La difficoltà della DaD parte, in primis, dal fatto che non tutti hanno in casa un pc.
In questo secondo periodo di lockdown, le difficoltà dal punto di vista sociale, sanitario ed economico non sono molto cambiate rispetto a quelle del periodo di marzo ed aprile. Il Restare chiusi in casa a causa della pandemia e delle restrizioni imposte dal Governo, il non poter andare a scuola e il dover frequentare la Didattica a Distanza, mette a serio rischio la psiche di molti ragazzi italiani.
In particolare, studiare dietro ad un pc, seguire le lezioni come se si fosse in classe, non è affatto semplice, specie se non si ha né un computer né un tablet a casa. Seguire le lezioni, magari con il cellulare dei genitori, non è il massimo. Per questo, molte città italiane si stanno organizzando per rendere la “vita scolastica a distanza” quanto più leggera e fruibile a tutti, nel miglior modo possibile.
Prendiamo, in esame, la metropoli del Nord e la metropoli del Sud Italia, Milano e Napoli. Come è organizzata la Didattica a Distanza, specie per coloro che non hanno dispositivi elettronici in casa? Partiamo da Napoli.
Nella città partenopea, le scuole hanno stipulato un “prestito” con le famiglie che hanno necessità di un pc o di un tablet. Un vero e proprio comodato d’uso: la famiglia ne fa richiesta, la scuola “dona e presta”, previa autorizzazione del Dirigente Scolastico e previa la firma di una sorta di “prestito a costo zero”, il dispositivo presente in classe.
Si dà così la possibilità a tutti di poter seguire e partecipare alla Didattica a Distanza, sino alla fine del periodo di emergenza. Poi il dispositivo stesso viene restituito alla scuola di appartenenza. Il tutto, senza alcun costo per la famiglia che ne fa richiesta.
A Milano, invece, a scendere in campo non sono solo le scuole ma anche la Caritas, tutte sempre con lo stesso obiettivo: dare ai ragazzi la possibilità di studiare anche a distanza, perché nessuno resti indietro.
La Caritas milanese ha avviato una raccolta fondi per l’acquisto di ben 200 pc da assegnare, alle famiglie più bisognose. Un aiuto concreto per affrontare al meglio la Didattica a distanza durante questo periodo di lockdown e far sì che nessuno si senta più isolato.
“La distribuzione di un primo lotto di 130 computer sarà ultimata nei prossimi giorni e avverrà attraverso la rete dei doposcuola parrocchiali, ai cui responsabili è stato dato il compito di individuare le famiglie che ne hanno bisogno” – ha dichiarato Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana.
Anche un piccolo gesto può aiutare ad affrontare meglio questo periodo di isolamento.
Fonte: acistampa.com
ROSALIA GIGLIANO
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