L’iniziativa propagandistica dell’associazione “Chrisallys”( associazione basca che si occupa del riconoscimento dei diritti di famiglie con minori transessuali) ha generato non poche perplessità in giro per il mondo. Col fine di sensibilizzare la comunità sui problemi che questi bambini e le loro famiglie devono vivere quotidianamente ha diffuso un ingente numero di manifesti che raffigurano quattro bambini nudi che si tendono per mano e corrono in un prato: un maschio e una femmina e due transessuali, un maschio con i genitali femminili e viceversa. Sul manifesto si legge: “Hay niñas con pene y niños con vulva” (ci sono bambine con il pene e bambini con la vagina).
Per rispondere alle polemiche suscitate dalla campagna, gli organizzatori hanno dichiarato: “La maggior parte soffre quotidianamente perché la società rifiuta di riconoscerli”, spingendo sull’ormai noto obbiettivo di integrazione sessuale e poi aggiungono: “Sappiamo che la qualità della vita, la felicità, la garanzia dei diritti dei nostri figli dipendono dalla visibilità e dalla comprensione della loro realtà”.
C’è chi lamenta che mettere in mostra genitali di bambini possa ledere i diritti dell’infanzia stabiliti e protetti dall’Onu, chiaramente si tratta di una provocazione, anche se si parla di un disegno e di un iniziativa di sensibilizzazione e non di immagini di nudo reale. Comunque un certo decoro e rispetto non vanno dimenticati anche se non sussiste violazione di alcun tipo, ma bisogna sempre vedere l’effetto che certe immagini hanno sui bambini che sono i primi destinatari del messaggio pubblicitario. Inoltre lo scopo così presentato sembrerebbe per un fine nobile visto che si cerca di difendere la sensibilità ed i diritti dei bambini. Ciò nonostante qualcosa non convince e sono in molti quelli che si chiedono, al di là della mancanza di decoro e buon costume della locandina, questa visibilità a cosa si riferisce veramente?
Il timore è che siamo di fronte all’ennesima mossa di marketing per favorire la diffusione delle coppie omosessuali. Il progetto è stato finanziato da un anonimo investitore, di cui si sa solamente che è un broker di Wall Street affiliato alla teoria gender e al mondo omosessuale. Non è la prima volta che un esponente della borsa più importante al mondo si espone in favore dei diritti degli omosessuali, il che fa presupporre che ci sia un tornaconto economico.
Il quotidiano online ‘Zenit’ ricorda come nel 2009 è stata la rivista americana ‘Forbes ad indicare nei matrimoni gay un giro d’affari pari a 9,5 miliardi di dollari. Un stima nemmeno esagerata se si pensa che nel 2012, il primo anno dopo la legalizzazione, solo New York aveva guadagnato dai matrimoni omosessuali ben 259 milioni di dollari.
Che la recente pressione dei media e delle istituzioni per legalizzare i diritti degli omosessuali sia soltanto una mossa per incrementare i profitti delle multinazionali?
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