Le dure parole del cardinale Viganò nei confronti di papa Francesco potrebbero celare l’intento della frangia tradizionalista della Chiesa di prendere il controllo del Vaticano.
Nei giorni in cui l’ennesimo scandalo sessuale che vede coinvolta la Chiesa sconquassa le fondamenta della millenaria istituzione ecclesiastica, le parole di Viganò contro papa Francesco evidenziano lo stato di profonda crisi in cui sta vivendo la chiesa da qualche decennio a questa parte. Il cardinale, infatti, ha accusato il pontefice di essere al corrente che McCarrick (ex cardinale di Washington) fosse colpevole di violenza sessuale ai danni di alcuni maggiorenni. Ad avvertirlo sarebbe stato lo stesso Viganò, il quale però non ha parlato pubblicamente fino allo scoppio del caso di pedofilia in Pennsylvania.
Successivamente alla pubblicazione della lettera di accuse, il cardinale Viganò è stato accusato dagli esponenti della Chiesa che si schierano in difesa del Santo Padre di far parte di un complotto per porre fine il prima possibile al pontificato di Bergoglio, un pontificato che non è mai andato a genio all’area conservatrice della Chiesa Cattolica. Intervistato subito dopo da ‘La Stampa‘ il cardinale si è difeso dichiarando:
“C’è chi non sa più dove attingere il veleno per distruggere la mia credibilità. Qualcuno ha persino scritto che sono stato ricoverato due volte con trattamento obbligatorio (TSO) per uso di droga; c’è chi si immagina cospirazioni, complotti politici, trame di ogni genere, eccetera, ma ci sono anche molti articoli di apprezzamento e ho avuto modo di vedere messaggi di sacerdoti e fedeli che mi ringraziano, perché la mia testimonianza è stata per loro un barlume di speranza nuova per la Chiesa”.
Quindi ha spiegato che in un primo momento ha mantenuto il silenzio poiché sperava che i vertici della Chiesa potessero trovare al loro interno la forza per combattere la corruzione. Il pontefice dal canto suo non ha voluto rispondere alle accuse ed ha lasciato ai fedeli la libertà di formasi un’idea sulle accuse.
La denuncia di Viganò e l’ipotesi di complotto contro il papa
In un recente articolo di ‘Famiglia Cristiana‘ sulle accuse contenute nel memoriale dell’ex nunzio apostolico, si legge che l’attacco di Viganò non è legato soltanto allo scandalo degli abusi, ma che sarebbe sospinto da una corrente interna alla Chiesa Cattolica, molto forte negli Stati Uniti, che vede nel pontificato di papa Francesco un pericolo per gli aspetti conservatori della Chiesa: “Il Papa è chiaramente sotto attacco per motivi che sono altri rispetto all’emergenza della questione degli abusi sessuali, e che vanno ricercati nel rigetto da parte del conservatorismo cattolico nordamericano della teologia e della visione di chiesa del papa argentino e gesuita”.
Papa Francesco sarebbe a conoscenza di questa problematica interna e la starebbe affrontando senza proclami nell’interesse stesso dell’Istituzione, come dimostrebbe la decisione di non commentare le accuse che gli sono state rivolte: “La preoccupazione di Francesco non è evidentemente di difendere se stesso, ma la chiesa. In questo senso, la scelta di non rispondere sull’aereo alle domande sul “memoriale” dell’ex nunzio negli Stati Uniti rivela in Francesco una prudenza e un senso di responsabilità che manca a molti nella chiesa oggi. Tuttavia i fedeli e il consesso umano, in particolare quello in America, si attendono delle risposte a domande che il memoriale Viganò solleva e che si riferiscono a un periodo precedente all’elezione di papa Francesco (la più grave delle quali riguarda la carriera e la promozione di McCarrick)”, si legge ancora nell’articolo.
L’articolo si conclude con un’analisi della crisi che sta vivendo la Chiesa, una crisi che è segnata sì dagli scandali degli abusi ma che è anche e soprattutto contraddistinta dalla spaccatura presente all’interno del Vaticano. Per tale motivo l’autore teme che questa spaccatura possa determinare una scissione simile a quella avvenuta con il protestantesimo o addirittura il lento declino della Chiesa Cattolica.
Luca Scapatello