Qual è il significato delle lettere che si ritrovano scritte sulle icone sacre? Molti non lo sanno ma dietro c’è un rimando alla storia della salvezza.
Il fascino delle icone sacre è indiscusso: che siano antiche o riproduzioni d’arte o ancora realizzazioni contemporanee, la loro bellezza è grande. Una caratteristica peculiare delle icone è la presenza di alcune lettere dipinte che incorniciano o sono poste ai lati delle immagini.
Ma che rappresentano e cosa indicano? Sono numerose e sembrano misteriose perché il loro significato non è immediatamente chiaro e lampante. Anche questo elemento di mistero contribuisce al fascino dell’icona e aumenta il senso del sacro.
In realtà le lettere contenute nelle icone sono delle abbreviazioni che rimandano a storia della salvezza partendo da ciò che è rappresentato in ogni icona. Scopriamo quali sono quelli più comuni e cosa indicano esattamente.
Il significato delle lettere scritte sulle icone sacre
Le icone sacre provengono dalla tradizione orientale e con esse anche l’uso dell’iscrizione di lettere che fanno parte integrante della narrazione teologica. Le troviamo sulle icone greche e in quelle russe e queste lettere sono sempre in greco o nell’antico slavo ecclesiastico.
Poste solitamente su fondo oro, un altro degli elementi tipici e caratterizzanti di questa bellissima forma d’arte, le lettere sono messe a corredo dell’immagine. In quelle che rappresentano Gesù troviamo come iscrizione IC XC. Si tratta dell’abbreviazione di Gesù Cristo, dal greco, ovvero Ἰησοῦς Χριστός.
Non è raro imbattersi nell’iscrizione Ὁ ὬΝ con le lettere poste ai lati della figura. Si trova sempre nelle icone che raffigurano Gesù e vuol dire “Colui che è“. Il riferimento è alla natura divina di Cristo.
Per quanto riguarda le icone che rappresentano Maria, le iscrizioni che possiamo trovare sono altre. Le più antiche icone sottolineavano sia nell’aspetto che con le lettere la Madonna come Madre di Dio. Le lettere ΜΡ ΘΥ, infatti, sono proprio l’abbreviazione di Μήτηρ Θεοῦ, in greco. È possibile che sia presente anche l’iscrizione Παναγία cioè Panagia, che significa “Santissima“, la qualità che maggiormente caratterizza la Madonna.
Le lettere dei Santi e degli eventi salvifici
Molto spesso nelle icone che raffigurano i Santi o alcuni personaggi biblici le lettere sono semplicemente l’abbreviazione del loro nome. Ma questa indicazione si può trovare anche scritta per esteso. Questo consente all’osservatore dell’icona di comprendere subito di quale santo si tratta al di là dei segni simbolici con cui questo viene rappresentato.
Lo scopo sarebbe di fornire un’indicazione dettagliata che porti ad una comprensione immediata anche se ovviamente di fatto, quantomeno oggi, non è così perché la conoscenza della lingua greca o dello slavo ecclesiastico non è patrimonio comune.
L’abbreviazione ΓΓ sta comunque ad indicare il titolo di Santo a cui poi segue il nome. Tra gli eventi della salvezza uno dei più raffigurati è sicuramente la Resurrezione del Signore che viene indicata con la scritta Ἡ ἈΝΑΣΤΑΣΙΣ. Sempre dal greco, He Anastasis, vuol dire Resurrezione.
Anche gli altri eventi, come l’Annunciazione, la Natività o il Battesimo nel Giordano hanno delle iscrizioni che illustrano anche in forma scritta ciò che viene rappresentato in immagine. In questo modo l’attenzione dell’osservatore è canalizzata all’evento raffigurato con una sottolineatura specifica e definita. Potrebbe sembrare una sorta di titolo dell’opera, ma in realtà l’iscrizione è parte integrante dell’icona stessa perché posta all’interno e non al di fuori.
Icone: la spiegazione del Catechismo
Lo scopo degli autori delle icone è stato fin dalla loro creazione quello di invitare chi osserva le immagini ad una contemplazione più profonda del mistero che è stato rappresentato. La storia della salvezza è dipinta ed evidenziata in questo modo specifico.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica si sofferma anche su questo elemento proprio delle icone sacre e al punto 1162 spiega “La contemplazione delle sacre immagini, unita alla meditazione della parola di Dio e al canto degli inni liturgici, rientra nell’armonia dei segni della celebrazione, affinché il mistero celebrato resti impresso nella memoria del cuore e poi trova espressione nella vita nuova dei fedeli“.
È quindi una modalità del tutto studiata per coinvolgere a tutto tondo mente e cuore e certamente, da secoli e secoli, è stato un obiettivo raggiunto pienamente.