I Sacerdoti operano sia la confessione che la direzione spirituale. Attenzione a non confonderle, poiché si tratta di due cose molto differenti.
Le due pratiche, se si frequenta sempre una stessa parrocchia, possono combinarsi e fornire al fedele una guida nel quotidiano.
Tutti, persino chi non frequenta la Chiesa, sa in cosa consiste la confessione spirituale. O perlomeno sa in che modo si svolge. In parole povere si tratta dell’atto di remissione dei peccati concesso al fedele in presenza del Sacerdote, il quale ha in quel momento il potere di perdonare il fedele. Tale potere gli proviene direttamente da Dio, del quale in quel momento il sacerdote è solamente un intermediario. Per la Chiesa infatti la confessione non avviene solamente tra il fedele ed il Sacerdote, è un dialogo a tre durante il quale Dio ascolta la confessione del peccatore, né nota il pentimento e lo assolve con la discesa dello Spirito Santo.
Se questo concetto, spiegato per sommi capi, è chiaro più o meno a tutti, diverso è il discorso per la direzione spirituale. La direzione spirituale, infatti, non è un sacramento applicato da un sacerdote attraverso formule rituali che favoriscono l’azione dello Spirito Santo. Si tratta di un colloquio attraverso il quale il Sacerdote dà al fedele dei consigli sul quotidiano, che possono anche combaciare con quelli che il confessore dà al fedele per evitare che ricada negli stessi errori.
Vi risulterà forse più chiaro il concetto leggendo la risposta che è stata data ad un fedele che si chiedeva la differenza tra confessione e direzione spirituale su Famiglia Cristiana. Ecco la risposta al quesito:
“La differenza fondamentale consiste nel fatto che la confessione con il perdono dei peccati da parte di un sacerdote è un sacramento che opera ciò che dice per l’ azione dello Spirito Santo, a prescindere dalle qualità umane del ministro. La direzione spirituale, invece, è una forma di aiuto, di guida, di consiglio per discernere la volontà di Dio nella propria vita e crescere nella pratica della vita cristiana. Sovente le due realtà si fondono, specie quando il confessore è abituale. Tuttavia i due elementi restano sostanzialmente ben distinti. Infatti per il sacramento vi è un rito con gesti e parole ben precise, mentre la direzione spirituale si attua per mezzo di un fraterno colloquio. Fin dai primi secoli la direzione spirituale era anche e soprattutto opera dei monaci (non necessariamente sacerdoti) e persino di semplici laici in fama di santità… Santa Caterina da Siena fu un ottimo direttore spirituale”.
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Luca Scapatello
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