Per non incorrere nei rischi che un tipo di spiritualità sbagliata comporta, è necessario essere informati sulle “cose di Dio”.
Sappiamo -tanto per cominciare- la differenza tra Sacramenti e Sacramentali? I Sacramenti, a disposizione di ogni cristiano, sono il Battesimo; la Confessione o la Riconciliazione; l’Eucaristia o la Comunione; la Cresima o la Confermazione; il Matrimonio; l’Ordine sacro; l’Unzione degli infermi. Essi ci accompagnano nel nostro percorso di crescita e/o vocazionale. Rafforzano, ogni giorno, il nostro essere di Cristo, se li onoriamo, a seconda del ruolo che scegliamo di vivere nella Chiesa e del momento specifico della nostra vita.
Il Sacramentale non è un oggetto
I Sacramentali sono spesso ed erroneamente identificati con un oggetto benedetto. Il Sacramentale, invece, è l’atto della preghiera/benedizione/rito che solo il sacerdote (il Vescovo o il Diacono), Ministro di Dio, effettua sulla nostra persona. Un oggetto che portiamo a benedire non acquista mai il potere di difenderci dal male o di renderci più forti nella fede.
Uno scapolare, un crocifisso, una coroncina, il sale, l’acqua, l’olio o le fedi per gli sposi anche, e tanto altro, possono essere considerati efficienti (se benedetti) solo in quanto posseduti dalla persona su cui viene fatta la preghiera/benedizione/rito, dal sacerdote, e non in quanto oggetti divinizzati a se stanti.
Solo in questo modo, gli oggetti benedetti diventano “segni” del Sacramentale avvenuto. Infatti, il cristiano autentico non ha amuleti!
Il chiarimento può sembrare sottile e banale, ma è, in effetti, sostanziale e fondamentale.
Quegli oggetti e la loro efficacia, infatti, dipendono, da quanto il proprietario sia in comunione di intenti con Dio. Se così non fosse, chiediamoci cosa accadrebbe se un oggetto benedetto fosse usato da chi è contro Dio!
Ecco perché non ha senso benedire una casa (le mura), se non è abitata da una famiglia che intenda vivere cristianamente! Quando il sacerdote benedice la nostra abitazione, lo fa per renderla un posto migliore (spiritualmente parlando) per la famiglia che la abita (e che ne usufruisce) e non per rendere sacro quel luogo!
Un oggetto non ha il potere di salvarci, solo Dio ci salva. Ciò su cui dobbiamo concentrarci è che il Sacramentale che ci viene dato -sotto forma di preghiera/benedizione/rito dal sacerdote, ribadiamolo- è un modo per prepararci a ricevere i Sacramenti, in quanto ci ripulisce da ciò che non appartiene a Dio (questo fa la benedizione su di noi).
L’esorcismo è un Sacramentale
In quest’ottica e per questo motivo, anche l’esorcismo è un Sacramentale (non un Sacramento), in quanto ci libera dal maligno e ci dispone a ricevere i Sacramenti degnamente.
Il Sacramentale è l’opera del contadino, che prepara il terreno per una buona semina; il seme piantato è il Sacramento che porta, così, buoni frutti
Del resto, il Concilio Vaticano II aveva sancito: “La Madre Chiesa ha inoltre istituito i Sacramentali.
Questi sono segni sacri per mezzo dei quali, ad imitazione dei Sacramenti, sono significati, e vengono ottenuti per intercessione della Chiesa effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei Sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita”.
“Così la Liturgia dei Sacramenti e dei Sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della Grazia Divina … E così non esiste quasi alcun uso retto delle cose materiali, che non possa essere indirizzato alla santificazione dell’uomo e alla lode di Dio”.
C’è da dire, inoltre, che ogni liturgia al di fuori della Santa Messa (le paraliturgie, come la liturgia delle ore) è un Sacramentale, perché aiuta il fedele a rendersi pronto e robusto nella fede, al fine di essere terreno fertile, perché il Sacramento attecchisca nel suo cuore, nella sua vita.
Nella liturgia nelle ore, inoltre (ed è una delle poche eccezioni), i fedeli laici sono anche Ministri del Sacramentale, in virtù del sacerdozio regale (o comune) di cui sono investiti tutti i battezzati. In casi come questo, ognuno di noi è co-Ministro del Sacramentale a cui sta partecipando.
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Antonella Sanicanti
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