Il desiderio di portare Dio agli altri non nasce esclusivamente dalla volontà di fare qualcosa di straordinario, bensì dalla consapevolezza che ogni gesto, anche il più piccolo e quotidiano, possa diventare un atto di carità e un passo verso la salvezza dell’anima. Questa è la via della felicità che ci insegna il Signore attraverso la guida dei Santi.
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La via verso la felicità dell’anima e verso la sua salvezza ci è insegnata dal Signore attraverso la vita e l’opera di diversi Santi. Questo, spesso, passa attraverso la consapevolezza dell’uomo, una consapevolezza che riesce a trasformare i gesti quotidiani, anche i più piccoli e apparentemente insignificanti, in vere e proprie opere di carità. Le figure che Dio ci ha donato per insegnarci a percorrere questa via sono molte e nel corso del tempo, chi in un modo e chi in un altro, hanno rappresentato un grande valore educativo da questo punto di vista.
La via della felicità: come seguirla
La giovanissima Santa Teresa di Lisieux delle Carmelitane si propone, in tal senso, come grande maestra. Attraverso i suoi scritti, possiamo capire a fondo in cosa consiste questa felicità, al fine di seguirla con tutto il nostro cuore. Quello di cui parla la Santa è un amore che si fa servizio per l’altro. Questa è un’attitudine che diviene un gesto di carità automatico, proprio perché fatto con il cuore. Santa Teresina, così era conosciuta nell’immaginario collettivo, si è sempre definita una “piccola anima” che non ambiva a fare cose straordinarie. Ma proprio questa sua visione ha fatto sì che il quotidiano si trasformasse da solo in straordinario, proprio perché senza alcun tipo di ambizione. Ella divenne capace di compiere azioni dal grandissimo valore spirituale, spesso facendosi piccola, tanto da dimenticare sé stessa per gli altri.
Le parole della Santa
Il cammino di Santità che Dio ci ha donato attraverso la straordinaria figura di Santa Teresa di Lisieux è un esempio da seguire con attitudine e preghiera. Quello che ci propone è un cammino fatto di semplicità, preghiera, amore verso Dio e verso il prossimo. Proprio attorno a questo concetto si concentrano le parole della Santa, che ci insegna qualcosa di grandioso. “Gesù fece di me un pescatore di uomini: sentii un desiderio grande di lavorare alla conversione dei peccatori. Sentii che la carità mi entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere agli altri; e da allora fui felice” (fonte: scritti di Santa Teresa). La metafora del pescatore di uomini è emblematica: la sua vocazione di “pescatrice” non era infatti limitata ai confini di un convento, ma si estendeva a tutti coloro che incontrava, attraverso la sua pazienza, il suo sorriso, il suo mettersi a disposizione.
Sentirsi felici
Come sentirsi felici? La dedizione verso gli altri della Santa si radicava proprio nell’amore di Cristo, un amore in grado di portare una felicità autentica e profonda. Non si tratta, in alcun modo, di una felicità mondana, legata quindi al successo personale, ma una felicità che nasce dal dimenticarsi sé stessi donandosi agli altri. Sentirsi felici nel dono è una delle prerogative più importanti di Santa Teresina e la via da percorrere è chiara: dimenticare l’obiettivo egoistico trasformandolo in frutto di amore puro e gratuito. Questo pensiero può e deve farci riflettere sui gesti quotidiani, che possono diventare un’opportunità di carità, di servizio e di conversione.
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