Dina ha avuto il piacere di incontrare nuovamente i ragazzi ebrei che salvò durante il periodo dell’olocausto dai nazisti.
Lei e la sorella misero a rischio la propria vita per mettere in salvo questi ragazzi dalla furia nazista. Oggi ha conosciuto i loro 40 discendenti.
La storia di questa donna è simile a quella di tanti altri che con coraggio e sfoggio di umanità hanno messo in pericolo la propria vita per salvare quella di amici, parenti, o semplici concittadini braccati dal nazismo. Tutto comincia nel 1943, quando a Salonicco comincia il rastrellamento degli ebrei a parte degli occupanti nazisti. La famiglia Malachia è stata nascosta dai cittadini all’interno della soffitta di una chiesa e per un anno vive in trappola e costretta sentire le urla degli altri ebrei uccisi dalle truppe naziste. Presto, però, quell’ambiente umido causa alcuni problemi di salute alla famiglia e comprendono che se vogliono sopravvivere, devono cercare un’altra soluzione.
Qui entra in gioco Dina, all’epoca appena 15enne, che con le sue sorelle decide di dare ospitalità alla famiglia Mordechai nella loro casa in campagna. In quel periodo hanno diviso con loro stanze, razioni di cibo, vestiti e medicinali. Una notte rischiarono anche la vita pur di portare uno dei figli in ospedale. Purtroppo quell’atto di coraggio non è servito a salvare la vita al bambino. Alla fine quella famiglia riusci a scappare per i boschi, dividendosi in più direzioni per avere maggiori chance di sfuggire ai nazisti.
Due membri di quella famiglia sono ancora in vita ed in occasione del tradizionale rito di celebrazione dei “Giusti tra le nazioni” allo Yad Vashem, Dina ha potuto finalmente incontrarli di nuovo. Per l’occasione i due fratelli hanno portato tutti i loro 40 discendenti e la donna ha potuto osservare con i propri occhi il risultato di quel suo gesto di coraggio che ha permesso la nascita di così tante vite.
Ancora oggi quei “ragazzi” non dimenticano che è solo grazie a lei e alle sue sorelle che hanno potuto vivere una vita piena e soddisfacente: “Il rischio che lei e la sua famiglia si sono assunti per salvare un’intera famiglia sapendo di mettere in pericolo loro stessi è incredibile- dice Sarah Yanai, allora 9 anni, oggi 86enne – Ma ora siamo una famiglia grande e felice ed è solo grazie a loro”. Mentre Dina, commossa per tutta quella riconoscenza, ha dichiarato: “Adesso posso morire tranquilla”.
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Luca Scapatello
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