Dino Impagliazzo ha 88 anni; a Roma sfama 250 persone al giorno e ci mostra, senza troppe chiacchiere e retorica, come riuscire a recuperare e a donare il cibo che i commercianti non riescono a vendere.
Così, molte persone, sia italiane che straniere, trovano da lui un piatto caldo, da ben 10 anni a questa parte.
Dino Impagliazzo è un ex dirigente in pensione, che ha coinvolto, ormai, più di 350 volontari nella sua generosa impresa, rivolta al prossimo bisognoso, producendo in questo modo ben 27.000 pasti caldi all’ anno.
A Roma lo chiamano “lo chef dei poveri”. Dino racconta: “Ho anche avuto l’occasione di incontrare Papa Bergoglio, di salutarlo da parte di tutti i barboni di Roma e di invitarlo a servire la mensa dei poveri assieme a noi”.
La sua missione è iniziata un giorno di 10 anni fa, quando un povero lo fermò per chiedergli un caffè. Dino pensò subito che gli poteva servire anche altro: “Ho pensato che era il giorno del Signore, Domenica, come posso ignorare questa persona che poi in fondo è mio fratello?”.
Per questo Dino si attrezzò e con l’aiuto della moglie Fernanda iniziò a distribuire panini, fino ad arrivare, oggi, a servire pasti caldi con l’aiuto di tanti altri amici e volontari.
“Acquistavo allora molti panini per poterli farcire per questi nostri amici senzatetto e il commerciante, notando tale quantità di pane, mi chiede per chi fossero. Gli risposi che i panini erano per alcuni senzatetto che vivono nei pressi della Stazione Tuscolana e che noi sfamiamo. Il commerciante da quel momento ci offre gratuitamente il pane per i nostri poveri e da allora è un nostro stretto collaboratore”.
Ecco come si realizzano i miracoli: in silenzio, senza troppo rumore, cercando di sostituire alle parole vuote, che siamo abituati a sentire ogni giorno, le azioni efficaci e risolutive.
Antonella Sanicanti