Nei giorni scorsi si era parlato di un farmaco antivirale, il Remdesivir, che dopo le notizie pubblicate ha avuto un boom di guadagni in borsa. Purtoppo il farmaco non funziona.
L’azienda che lo produce, la californiana Gilead Sciences, in pochissimo tempo aveva fatto impennare le proprie quotazioni. Sta di fatto però che il medicinale in seguito, stando alle anticipazioni del Financial Times che si rifà a una bozza pubblicata per errore dall’Organizzazione mondiale della sanità, non ha superato test cruciali sull’efficacia.
I risultati di una sperimentazione cinese infatti mostrano che il Remdesivir non ha alcun effetto migliorativo sulle condizioni di salute dei pazienti, e nemmeno riduce la presenza di agenti patogeni nel sangue. I dati sono stati messi per iscritto dopo uno studio che ha coinvolto 237 pazienti, tra i quali 158 hanno avuto la somministrazione del farmaco mentre gli altri 79 sono serviti per confrontare eventuali progressi o cambiamenti.
Non bastasse, i test hanno mostrato che il farmaco prodotto dalla Gilead provoca anche notevoli effetti collaterali, al punto che i test su 18 pazienti sono stati sospesi. Tutto ciò mette in luce come, purtroppo, molto spesso la sola e unica motivazione che spinge all’operato i maggiori soggetti internazionali è quasi e solo unicamente il denaro. Anche nel settore farmaceutico, anche nel bel mezzo di una pandemia mondiale.
Gli operatori della borsa internazionale al propagarsi di notizie positive sul farmaco, evidentemente gonfiate e dichiaratesi poi infondate, hanno cominciato ad investire in modo massiccio su di esso. Lasciando l’impressione che potesse essere una cura quasi miracolosa. Un assunto, però, totalmente astratto dalla realtà.
Quante volte Papa Francesco ha lanciato appelli in merito? Basti pensare a quanto affermato dal Pontefice nell’omelia del lunedì di Pasquetta. “Scegliete il bene della gente e non il dio denaro”, ha detto Francesco. “Quando non serviamo Dio, il Signore, serviamo l’altro dio, il denaro. Ricordiamo quello che Gesù ha detto: sono due signori, il Signore Dio e il signore denaro. Non si può servire ambedue”.
Non bastasse, in quell’occasione la preghiera del Papa si era rivolta proprio agli scienziati e ai governanti, affinché nella crisi del coronavirus venga imboccata la strada giusta, “sempre in favore della gente, sempre in favore dei popoli”. “Adesso la scelta è tra la vita dei popoli e il dio denaro. Se si sceglie il denaro, si sceglie la via della fame, della schiavitù, delle guerre, delle fabbriche delle armi, dei bambini senza educazione”, aveva affermato Francesco.
Parole che, evidentemente, sono cadute nel vuoto. E che fanno pensare a quante volte, nella normalità del mondo moderno dominato dalla finanza e dall’economia scollegata dal lavoro e dalla verità delle cose, fatti di questo genere avvengano. Il caso del Remdesivir, purtroppo, non è l’eccezione ma la regola. Che mette tuttavia in luce come dietro l’idolatria del potere e del denaro ci siano meccanismi di falsità e di corruzione.
“Lo studio è stato interrotto in anticipo per la scarsa partecipazione, è stato sottodimensionato impedendo conclusioni statisticamente significative”, è stata la replica della casa farmaceutica dopo l’uscita della notizia.
“Per questo i risultati appaiano inconcludenti, sebbene i dati e i trend suggeriscano potenziali benefici con il Remdesivir per i pazienti, soprattutto per quelli curati all’inizio della malattia“. Lo stesso accadde per Gesù, prima della sua crocifissione, e nel momento della Resurrezione.
“I sacerdoti, i dottori della Legge hanno scelto l’altra strada, quella che offriva loro il dio denaro e hanno pagato: hanno pagato il silenzio delle guardie e dei testimoni della Risurrezione”, spiegava il Papa commentando il Vangelo del giorno di Pasquetta. In cui Maria di Magdala, recandosi al sepolcro per imbalsamare il corpo di Gesù con olii aromatici, trovò il masso, che impediva l’accesso alla tomba, spostato. “Non è una tangente: questa è corruzione allo stato puro, lì c’è il sigillo del sepolcro”.
“Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza“, sono invece le parole di Cristo nel Vangelo di Luca (16, 11-13).
Giovanni Bernardi
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