La guarigione che chiediamo al Signore, sia essa fisica o spirituale, può avvenire anche molto lentamente, dando modo alla nostra conversione di maturare e alla nostra esistenza di abituarsi al cambiamento che comporta la rinascita nella fede, come nella “salute”.
E’ accaduto anche a Victoria Arlen; a lei la medicina non avevano dato molte speranze, ma Victoria non ha mai smesso di pregare.
A 12 anni era in stato vegetativo, col volto e il corpo deformati dall’inattività muscolare: “Un giorno iniziai a perdere il controllo del mio corpo, ero intrappolata nel mio corpo, incapace di parlare, di muovermi.”.
Lei, all’epoca, praticava danza e nuoto ed era una ragazzina molto attiva e serena. Da un giorno all’altro, poi, cominciò a collassare, il suo corpo cedeva il passo ad stato vegetativo permanente, senza possibilità di recupero -dicevano i medici- provocato da due malattie autoimmuni: la mielite trasversale e l’encefalomielite acuta disseminata
Una diagnosi implacabile, che letteralmente atterrì i genitori di Victoria. Da quel momento in poi, la mente della ragazzine, che era rimasta vigile, anche se il corpo non si muoveva più (immaginate quale terribile situazione), cercò dei motivi per non arrendersi, per non scivolare inesorabilmente verso il buio della “non vita” e della disperazione più totale: “L’amore della mia famiglia: anche se non potevano sentirmi, io li sentivo; loro combattevano per me e io per loro.”. “Tu sei una credente, Lui può tutto -dicevano- tenendo accesa la fiamma della mia fede … di questo hanno bisogno tutti, tutti.”.
Victoria non poteva replicare, ma sentiva anche i medici scoraggiare i genitori sulla sua possibile ripresa.
Un giorno, non vedendo nessun miglioramento, si preparava a dover morire, iniziò a pensare che fosse quello il suo momento per incontrare il Padre.
Perciò, decise di fare un’ultima preghiera: “Feci una promessa a Dio: “Se mi dai una seconda possibilità di vita, ti prometto che non sprecherò nemmeno un secondo della mia vita … “. Avrei usato la mia voce e la mia vita per Dio.”.
Erano passati tre dolorosi anni, durante i quali la ragazza era rimasta immobile in quello stato, quando cominciò miracolosamente a muoversi.
Tanti avevano pregato perché accadesse, anche un sacerdote carismatico di nome John Bashobora. Un connubio di preghiere inarrestabili e di esercizio fisico avevano ridato speranza a Victoria.
Poteva muovere la parte superiore del corpo. Poi, la piscina la aiutò a recuperare anche l’uso delle gambe.
Nulla poteva più fermare la guarigione di Victoria, che, da li a poco, divenne capace di partecipare alle paraolimpiadi e di vincere molte medaglie e ori.
Ora, dopo dieci lunghi anni, cammina di nuovo ed è diventata una delle protagoniste della versione americana di Ballando con le Stelle.
Il suo percorso è stato faticosissimo e pieno di piccoli miracoli che, giorno dopo giorno, la riportavano alla vita, alla guarigione.
Ora Victoria dice di voler usare la sua voce “per cambiare il mondo, per diffondere l’amore, la speranza e la luce di cui questo mondo ha bisogno”. “Non avrei mai scelto questa vita, ma non la cambierei.”. “Se ho riavuto tutto è per una ragione … per dare speranza.”.
E, citando San Paolo, ricorda a tutti:“Tutto posso in colui che mi dà la forza”.