“Dio, nessuno l’ha mai visto”, recita un passo della Sacra Scrittura. Per questo motivo, l’uomo ricorre a differenti rappresentazioni iconografiche per immaginarlo.
Una fedele chiede a Padre Angelo come mai, nell’immaginario collettivo, Dio è rappresentato come “una nube di vento”.
Come possiamo immaginarci e rappresentarci Dio Padre? L’iconografia cristiana ce lo rappresenta, in particolare nella raffigurazione della Santissima Trinità, come un uomo anziano, troneggiante e con una lunga barba, seduto accanto a Gesù, e con un’aureola triangolare, segno della sua potestà trinitaria.
Ma, all’interno della Sacra Scrittura, è molto spesso, indicato in altro modo. Una fedele ha scritto a Padre Angelo ponendogli un quesito molto particolare: “In questi giorni mi sono imbattuta in diversi testi tratti dalla Bibbia e non i quali non sono riuscita a capire. Perché Dio è rappresentato come una nube di vento?”.
Padre Angelo ci fa comprendere la molteplicità di rappresentazioni di Dio Padre: “E’ stato notato che la nube può significare una duplice esperienza religiosa: la vicinanza benefica di Dio o il castigo di colui che nasconde la sua faccia. Ma oltre a questo la nube è il simbolo privilegiato per indicare la presenza divina: manifesta Dio pur velandolo”.
Il sacerdote parte dall’Antico Testamento: “La nube è simbolo della presenza di Dio, della sua vicinanza o anche del suo ammonimento. Nel libro dell’Esodo si legge che Dio guidava il suo popolo inoltrato nel deserto attraverso una nube: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube” […] Per mezzo di questa nube Dio si mostrava presente in mezzo al suo popolo in modo sensibile. Inoltre gli indicava la strada da percorrere”.
Ma ciò sul quale Padre Angelo pone l’accento è l grandezza di Dio nel suo manifestarsi: “Era un segno tangibile della sua sollecitudine verso il suo popolo […] Il carattere soprannaturale di questa nube è dimostrato non solo dal fatto che si spostava secondo come era necessario, ma anche perché accompagnò il popolo per quarant’anni senza interruzione. In tal modo il popolo non fu tentato di tornare indietro. Era simbolo della presenza di Dio che provvede agli uomini sebbene non si veda”.
Ma perché proprio la nube di vento? “Mi chiedi della nube di vento. A dire il vero quest’espressione non c’è nella Sacra Scrittura. Forse vuoi alludere alla presenza di Dio attraverso il vento. Il vento è detto spirito, in ebarico ruah.
Per l’antico orientale il vento è sinonimo di una forza potente e misteriosa, che i popoli pagani veneravano come divinità della natura e gli Israeliti, grazie alla superiorità del loro monoteismo, stimavano strumento esecutivo di Dio nell’attuazione del suo piano salvifico: la ruah rappresenta una potente forza della natura, di cui il Signore si serve per l’esecuzione dei suoi disegni in tutte le svolte decisive della tempestosa storia della salvezza.
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Il vento impetuoso, capace di sradicare le montagne e di spezzare le rocce, per ordine di Dio pose fine al diluvio […] Talvolta Dio passa non più attraverso un vento impetuoso, ma nella brezza leggera […] Qui la presenza di Dio si compie nel silenzio e attraverso di esso rende di nuovo attuali e presenti i suoi prodigi” – conclude Padre Angelo.
Dio si manifesta all’uomo in tanti modi, ma una cosa è certa: è sempre accanto a ognuno di noi.
Fonte: amicidimenicani.it
ROSALIA GIGLIANO
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