Con la terra che trema e sconvolge le vite di chi si ritrova sotto le macerie e senza più la vita che ha vissuto fino a quel momento, una delle domande più frequenti che i buoni fedeli si pongono è : Perché Dio ci manda i terremoti? C’è chi pensa che la catastrofe naturale sia una punizione divina per chi si è comportato male, ma se così fosse i buoni dovrebbero essere esenti dal dolore e dalla sofferenza che questi comportano, ma non è così.
Dio dunque manda i terremoti per punire i cattivi, per vendetta del tradimento subito dalla razza umana quando gli aveva consegnato il paradiso e si è fatto tentare dal demonio? No, Dio non è la causa diretta delle catastrofi naturali, bensì quella indiretta avendo creato il mondo perché fosse caduco come gli esseri umani che sono chiamati ad abitarlo. Proprio perché la terra è il posto che siamo stati chiamati ad abitare nella nostra vita terrena non può essere perfetto, non può essere il paradiso e, sebbene la percezione di questa distanza ci porti a soffrire anche tramite le catastrofi naturali, dobbiamo affidarci al disegno di Dio.
Basta pensare che la dinamicità della terra, gli smottamenti, le eruzioni vulcaniche ed i cataclismi, nel corso dei millenni hanno plasmato il mondo in modo tale che fosse abitabile per la nostra specie, ma non perché fosse un posto comodo, la nostra evoluzione (intesa come adattamento alla nuova condizione terrena), infatti, ci ha portato a plasmare la natura a nostro favore permettendoci di vivere in simbiosi con essa e renderla meno ostile, ma questa lotta contro le ostilità della terra è continua e lo sarà fino alla fine di questo mondo.
Inoltre è interessante riflettere come in queste occasioni (terremoti, alluvioni…) la maggior parte delle vittime non è causata dai fenomeni naturali stessi, ma dalla cattiva opera dell’uomo che non ha costruito come avrebbe dovuto le abitazioni, il tutto per una sete di profitto ed un egoismo sostanziale che caratterizza gran parte degli esseri umani. Piuttosto che prendersela con Dio, in queste occasioni è bene prendersela con i reali colpevoli e da queste esperienze imparare a vigilare sulla nostra società per il bene nostro e delle generazioni future.
Compreso questo, una tragedia come quella che ha colpito Amatrice dev’essere un occasione per riflettere sulle nostre mancanze, sui nostri errori ed allo stesso tempo un momento utile per stringerci intorno a chi soffre per dargli una mano a superare un momento così difficile. Dunque non perdete la fede, proprio in questi momenti bisogna dare fiducia a Dio, solo così si potrà superare la sofferenza e ritrovare la felicità.
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