Dio non si lascia prendere in giro.
E nemmeno lascia prendere in giro sua Madre.
La citazione biblica è più o meno pertinente al fatto che stiamo per narrare, ma il fatto stesso, avvenuto a Zurigo il 14 novembre 1965, è un richiamo eloquentissimo al timor di Dio.
La rivista tedesca « Der Grosse Ruf » ne ha pubblicato la relazione a firma Dr. M. Haesele, assicurando che tutti i particolari del fatto furono verificati e corrispondono esattamente alla realtà.
Una studentessa cattolica di Zurigo organizzò una serata di ricreazione a casa sua e invitò una dozzina di compagni, giovanotti e ragazze, nel suo appartamento, costituito da un’ampia sala di soggiorno, che serviva anche da camera da letto e studio.
La sala era gradevolmente riscaldata da un caminetto acceso.
Dopo aver molto ballato, mangiato e bevuto, tutti gli animi erano piuttosto riscaldati e parecchi, secondo l’espressione della rivista, avevano lasciato un po’ della ragione in fondo alla bottiglia.
Due giovanotti avendo notato in capo al letto dell’ospite una bellissima statua in legno della Madonna ( tutti erano protestanti, tranne la signorina che aveva fatto l’invito e un giovanotto di S. Gallo ) l’afferrarono, e tra risate e insulti la buttarono nel caminetto per farla bruciare.
È triste dover constatare che i due cattolici presenti ( la giovane padrona di casa, che aveva organizzato la serata e lo studente di S. Gallo ) non fecero alcuna protesta né alcuna opposizione.
Però con sorpresa di tutti la statuetta, benché fosse di legno assai stagionato, non prese fuoco, nonostante tutti gli sforzi fatti per farla accendere, e diventò soltanto nera di fuliggine.
E allora fu rimessa al suo posto.
La serata continuò, il fuoco si era ormai ridotto a un mucchio di brace e i due bulli che avevano tentato di bruciare la statuina, assai accaldati, si tolsero la giacca, la appesero al camino e cercarono di rianimare il fuoco.
Improvvisamente una scintilla sprizzò sulle loro camicie di nylon, che in un baleno presero fuoco e li trasformò in due torce.
Invano i compagni cercarono subito di soccorrerli, buttando loro addosso delle coperte.
Entrambi furono così gravemente ustionati che uno di essi morì subito, mentre lo si stava trasportando all’ospedale di Zurigo, e l’altro morì qualche giorno dopo, fra atroci sofferenze.
Nessuno poté spiegarsi come mai la statua in legno secchissimo della Madonna sia rimasta intatta nel braciere e invece i due giovani siano bruciati vivi in pochi istanti e in modo così strano.
La studentessa cattolica che lasciò insultare la Madonna nella propria casa e il suo compagno cattolico furono profondamente pentiti della loro viltà, ma anche sugli altri il fatto produsse una profonda impressione, soprattutto per le sue circostanze significative.
http://www.unionecatechisti.it/UnioneC/Italiano/Bollettino/Boll1950/1969_1/art05.htm
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