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Non siamo mai soli: Dio soffre con noi e ci accompagna

Un momento di angoscia, di dolore, può portarci a pensare che Dio non ci ami più o, peggio ancora, che si sia dimenticato di noi.

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Una donna scrive di un suo grave momento di difficoltà interiore: un suo “sentirsi lontana da Dio” può generare angoscia. La risposta di un sacerdote.

La sofferenza: Dio sembra non ascoltarci

Può capitare, nella vita, di sentirsi abbattuti, angosciati, come se Dio si fosse dimenticato di noi. Quante volte lo incolpiamo perché troppe cose e situazioni negative si abbattono, nello stesso momento, su di noi e noi stessi non riusciamo né a risolverle, né a venirne a capo.

Così incolpiamo chi, in realtà, veglia costantemente su di noi; chi ci ama in modo incondizionato dal giorno in cui siamo nati…insomma: ce la prendiamo con Dio.

La lettera: “Scrivo in un momento di prova”

Una donna, in una lettera a FAMIGLIA CRISTIANA, racconta il suo momento difficile: “Scrivo in un momento di grande prova […] Cerco di continuare a partecipare alla Messa della domenica, pregare, recitare quotidianamente il Rosario, confessarmi periodicamente, leggere i testi sacri, le biografie dei santi, ma mi rendo conto di essere sempre più fredda, distaccata, quasi “automatica” nelle mie azioni.

Ho rabbia, tanta rabbia verso nostro Signore, che sembra sempre colpire i giusti in questo mondo e lasciare impuniti i superbi, gli arroganti e gli insensibili”.

Ciò che colpisce della lettera di questa fedele è la sua constatazione: “Mi chiedo come può un Padre misericordioso volere e permettere lutti e malattie per i suoi cari figli. Perché sta scritto che «il Padre celeste dà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono» (Lc 11,5-13) e invece mi sono vista consegnare pietre anziché pane? […]

Penso ai bambini che ogni giorno muoiono di malattia, o nel grembo materno. Davvero non ci sono genitori che hanno assiduamente e costantemente pregato, bussato e chiesto per loro? Come può Dio non commuoversi per loro, non concedere la grazia della guarigione, il dono della vita?”.

Perché la sofferenza trionfa?

La sofferenza traspare anche nelle parole finali di questa lettera: “Probabilmente non ho capito nulla del mio essere donna cristiana. Vedo intorno me solo tanta iniquità. Sofferenza e tribolazione per gli umili e le buone persone, successo e trionfo per i prepotenti e i malvagi”.

Parole piene di dolore, di angoscia, di sofferenza per probabili ingiustizie subite. Ma la Chiesa come risponde a ciò? Un sacerdote ha espresso il suo pensiero: “Credo che i tuoi pensieri passino nella testa di tante persone, anche di molti buoni cristiani che vedono crescere il male, l’ingiustizia, la violenza intorno a sé. Sembra che il Padre buono e misericordioso di cui ci parla Gesù in realtà sia lontano, indifferente, insensibile alle nostre sofferenze, al nostro dolore.

Potrei rispondere con una riflessione teologica, ricordando come in realtà i mali e le sofferenze siano solo permessi da Dio e spesso derivino dai peccati degli uomini, dal cattivo uso della libertà. E gli innocenti ne patiscono le conseguenze. Queste spiegazioni, tuttavia, mi sembrano troppo astratte per chi come te si trova nella prova”.

Dio non ci lascia mai soli

Le parole del sacerdote non vogliono essere alte, difficili, astratte, ma vogliono riscaldare il cuore di chi è ferito e di chi è nella prova: “Una riflessione di Benedetto XVI sul grido di Gesù in croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». È l’inizio del Salmo 22, in cui il fedele grida verso l’alto «per esprimere tutta la sofferenza della sua preghiera davanti a Dio apparentemente assente».

E questo avviene anche nel nostro rapporto con il Signore, spiega Papa Ratzinger: «Davanti alle situazioni più difficili e dolorose, quando sembra che Dio non senta, non dobbiamo temere di affidare a Lui tutto il peso che portiamo nel nostro cuore, non dobbiamo avere paura di gridare a Lui la nostra sofferenza, dobbiamo essere convinti che Dio è vicino, anche se apparentemente tace»”.

Dio soffre con noi

La sofferenza, il grido di dolore: noi pensiamo che Dio non senta la nostra voce. Ma invece lui è lì, che ascolta, che accoglie ogni nostro lamento ed ogni nostra angoscia. Non ci lascia mai soli. La sua presenza silenziosa è sempre a noi vicina…dobbiamo solo aver fede salda e certa.

Ma lui c’è sempre. Dio non è insensibile al dolore perché ricordiamoci: lui ha consegnato, per la redenzione dell’umanità, il suo stesso Figlio, e ce lo ha consegnato sul legno della Croce.

Noi soffriamo, Gesù soffre, Dio soffre. Non siamo mai soli.

ROSALIA GIGLIANO

Fonte: famigliacristiana.it

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Rosalia Gigliano

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