Non tutte le mostre fotografiche espongono le gigantografie di celebrità e di personaggi, più o meno, noti, più o meno, fotogenici.
Ci sono fotografi, professionisti e non, che cercano di mostrare l’essenza dei loro soggetti, più che l’apparenza, nel tentativo di generare col loro click un momento irripetibile e pregno di significato.
Un esempio di questo genere fotografico sono gli scatti di Chris Arnade, che ritraggono i “personaggi” del Bronx.
Già da molti anni, Chris si è prefisso si immortalare la gente comune e dar voce, attraverso quelle immagini, alle persone che nessuno ascolterebbe mai, a cui pochi chiederebbero un’opinione, da cui quasi tutti staremmo lontani.
Ma Chris non nasce professionalmente fotografo, infatti, per 20 lunghi anni, è stato un uomo d’affari a Wall Street ed era sicuramente abbiente.
Nel 2012, poi, ha cambiato completamente vita e con essa la prospettiva delle cose, riscoprendo in queste persone coloro che potevano insegnargli valori dimenticati.
Dai ricchi quartieri della città, si è diretto, così, alle zone più degradate di New York; da agente per grandi aziende è diventato colui che racconta la vita dei “left behind”, ossia dei “lasciati indietro”.
Quella sembra essere una società parallela, popolata da senzatetto, drogati, prostitute, ma che, come Chris non si sarebbe mai aspettato, hanno ridestato in lui la sete di Dio e il rispetto per la dignità della vita di chiunque.
La vicinanza di queste persone, la loro umana difficoltà giornaliera, i loro sforzi di sopravvivenza, oltre le facciate dei grattacieli immensi e lussuosi della Grande Mela, hanno trasformato Chris, da ateo qual era, in qualcuno che cerca Dio e lo trova negli altri.
Tutti quei poveri, i soggetti delle sue foto, infatti, (lui lo ha subito notato) portano al collo il più povero dei poveri, colui che nacque in una mangiatoia e che siede sul trono scomodo della croce: Gesù.
Non solo, questi hanno anche un Rosario sempre a portata di mano, pronto ad essere afferrato nei momenti più duri e bui.
Così la foto gallery di Chris ora è popolata da questi dimenticati, che, nella loro indigenza estrema, trovano il senso della vita: “Siamo tutti peccatori e sulla strada; i drogati, gli ultimi, nelle loro battaglie quotidiane e nella loro quotidiana vicinanza alla morte lo capiscono in modo viscerale. Molta gente di successo no. Il loro senso di sé e la loro freddezza emotiva hanno anestetizzato la percezione della loro fallibilità.”.
Con queste parole, ora, Chris cerca di spiegare come abbia ritrovato se stesso e la propria indole cristiana, tramite una singolare esperienza, che richiama senz’altro al vero significato e alla fonte di ogni forma di rispetto dell’altrui condizione, al di fuori dell’egoismo e lontano anni luce dall’amor proprio.