Diritti e doveri: Giovanni XXIII e la convivenza umana

Con il suo pensiero, Giovanni XXIII ci insegna come i diritti e i doveri siano strettamente collegati nella convivenza umana. Ogni diritto, ci dice il Santo Pontefice, comporta un dovere reciproco di rispetto nei confronti degli altri. Ignorare questa responsabilità può minare la giustizia. L’armonia sta nel riconoscere questa reciprocità.

mani Giovanni XXIII
Giovanni XXIII ci parla della convivenza umana – LalucediMaria

Tra le Encicliche più importanti scritte dal Santo Pontefice Giovanni XXIII vi è sicuramente la nota “Pacem in terris”. Questa raccoglie il pensiero del Pontefice e della Chiesa in merito a tanti concetti, tra cui quelli di pace e giustizia. Uno dei passaggi chiave dell’Enciclica è quello che riguarda la convivenza umana. In un mondo e in una società che tende a enfatizzare in ogni modo l’individualità e il diritto personale, Papa Giovanni XXIII vuole farci capire quanto sia importante non dimenticare che ogni diritto porta con sé una responsabilità. Questo principio, importantissimo, di reciprocità è, secondo il Pontefice, essenziale per la costruzione di una società giusta, equa e, senza dubbio, rispettosa della dignità dell’uomo. Leggendo le sue parole, siamo chiamati a riflettere su un aspetto centrale. Ogni diritto fondamentale della persona non deve essere letto esclusivamente come un privilegio da rivendicare. Piuttosto, dobbiamo leggere tale diritto come un vero e proprio impegno che comporta responsabilità verso gli altri.

Il pensiero di Giovanni XXIII sulla convivenza umana

La riflessione di Giovanni XXIII è molto chiara: la vera realizzazione di un diritto umano non può certamente prescindere dal riconoscimento del dovere di garantire che tale diritto sia poi rispettato da tutti. Il Pontefice ci ricorda che: “Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone: il dovere di riconoscere e rispettare quel diritto. Infatti ogni diritto fondamentale della persona trae la sua forza morale insopprimibile dalla legge naturale che lo conferisce, e impone un rispettivo dovere. Coloro pertanto che, mentre rivendicano i propri diritti, dimenticano o non mettono nel debito rilievo i rispettivi doveri, corrono il pericolo di costruire con una mano e distruggere con l’altra” (fonte: Giovanni XXIII, Pacem in terris).

La responsabilità individuale

La riflessione dell’allora Pontefice in merito alla responsabilità individuale riguarda in primo luogo la solidarietà e la cooperazione. Queste si pongono come basi solide che rendono possibile una società sana, dove i diritti non solo esclusivamente rivendicati, ma sono anche protetti e promossi per quello che viene definito “bene comune”. Diventa quindi necessario, ci insegna Angelo Giuseppe Roncalli, che ognuno sia in grado di fare un passo indietro mettendo da parte l’interesse personale. Da tutto ciò può sicuramente trarne beneficio l’interesse comune. Questo è possibile anche ponendo l’attenzione sulla “legge naturale”. Questa, nel pensiero del Papa, è quella legge morale, che si trova inscritta nel cuore di ogni uomo e che ha una funzione ben precisa: essere una guida per la sua condotta. Ogni diritto dell’uomo, infatti, ci ricorda il Pontefice, porta con sé una forza morale che deriva da questa legge naturale. Questa legge, poi, riconosce il valore della persona e la porta a riconoscere che ogni diritto deve essere esercitato nel rispetto degli altri.

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