Il disastro di Genova non lascia in dote solamente il tragico bilancio (40 vittime, 16 feriti di cui alcuni gravi), ma anche i disagi che le oltre 600 persone evacuate dagli edifici sottostanti il ponte dovranno affrontare in questo periodo. Nelle scorse ore il ministro Salvini ha dichiarato che le abitazioni sono inagibili e che presto verranno abbattute: “Le case sotto il ponte sono state evacuate e saranno tutte abbattute. L’impegno è di dare entro l’anno una nuova casa a tutti gli sfollati genovesi”. In queste ore, quindi, c’è la necessità di trovare delle soluzioni abitative temporanee (al momento sono alloggiati in palestre e centri di accoglienza) che dovranno poi essere sostituite da delle vere e proprie case, un processo vissuto già dai terremotati in passato e che spesso si è protratto oltre le date prefissate. Ma se l’emergenza abitativa è il problema principe, quello che si protrarrà nel tempo, ci sono alcune problematiche che affliggono gli sfollati che dovranno essere risolte nell’immediato, come la sostituzione delle medicine necessarie ad alcuni di essi.
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Sebbene l’impegno profuso dalla Protezione Civile e dai Vigili del Fuoco nel seguire gli sfollati e provvedere alle loro esigenze sia encomiabile, non tutte le loro necessità sono state soddisfatte. Una donna ad esempio ha la necessità di riprendere le medicine per il suocero, senza le quali potrebbero peggiorare le sue condizioni di salute già precarie: “Mio suocero ha necessità di medicine che sono difficili da reperire soprattutto in questo periodo festivo. E’ anziano e con gravi problemi di salute e le sue medicine sono rimaste in casa”. A causa del rischio crollo non è loro permesso tornare in casa, sarà dunque compito dei vigili del fuoco entrare nelle abitazioni per cercare di recuperare i medicinali o altri oggetti indispensabili.
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