Questa ragazza è diventata un modello per tutti gli adolescenti. La sua semplicità ed il suo vivere con Gesù sempre nel cuore, l’hanno fatta diventare un esempio per tutti.
Oggi Clarita è Serva di Dio e lascia a ciascuno di noi dei piccoli, quanto importanti, insegnamenti da seguire per vivere il Vangelo in modo concreto.
In particolare, sono 4 le sue “regole” (se così possiamo definirle) che ancora oggi chi l’ha conosciuta, segue, e anche chi sta imparando a conoscerla.
Clarita, una giovane per Gesù
Aveva soltanto 16 anni quando salì al cielo. Eppure aveva già lasciato una scia santa dietro di sé. Lei si chiamava Clarita Segura e, oggi, è una Serva di Dio. La giovane viene indicata come modello per gli adolescenti: il motivo? Il suo aver seguito il Vangelo in modo concreto.
Possibile da parte di una ragazzina di soli 16 anni? Assolutamente sì. Clarita è sempre stata una ragazza dal forte temperamento, coraggiosa e generosa. Sempre fedele, era stata educata cristianamente e, anche, quando la malattia si è affacciata alla porta della sua vita, lei ha saputo affrontarla, grazie alla vicinanza di Gesù, suo amico e sempre con lei.
Nel 1995, una malattia al cuore, causata da un batterio, portò la giovane a sentirsi male e, solo dopo 15 giorni, è volata al cielo. La vita di Clarita, però, è sempre stata segnata dalla presenza di Gesù sempre a lei vicino. Il suo vivere il Vangelo, con gioia, coraggio e in modo concreto è diventato modello per altri giovani come lei.
L’apertura della sua causa di canonizzazione
Per Clarita è stata aperta la causa di Canonizzazione il 24 aprile del 2019 dall’arcivescovo di Buenos Aires, paese d’origine della ragazza. È stato proprio il postulatore della sua causa che ha tracciato 4 punti chiave della sua vita, che sono diventati la base per un modello di vita di tanti giovani.
Uno dei primi è il suo esser stato una ragazza coerente. È la base del suo esser stata leader, soprattutto per chi con lei è vissuta e l’ha conosciuta: “Questa coerenza gli è valsa il rispetto dei suoi amici e di coloro che non erano così vicini alla fede” – spiega il postulatore.
Era un’autentica leader cristiana. È stata una giovanissima che non ha mai nascosto la sua fede e il suo esser fedele al Vangelo davanti, soprattutto ai suoi amici: “Non ha avuto paura di parlare, di proporre e anche di affrontare le tensioni tipiche dei conflitti adolescenziali” – continua il postulatore.
La malattia con pace interiore
Vivere la preghiera nel suo quotidiano. La Messa ogni giorno, insieme anche all’adorazione eucaristica: ma nemmeno questo le bastavano. Continue erano anche le sue visite al Tabernacolo e, anche, la sua grande devozione alla Vergine Maria, la portava anche ad attuare pellegrinaggi, specie a Lujan.
In ultimo il suo vivere la malattia con pace interiore. E’ stato “frutto della sua spiritualità incarnata, della sua unione con Gesù, della sua fiducia nella Vergine e dell’aver lottato per vivere le virtù della forza e del coraggio” – ha spiegato il postulatore.
Gesù al centro della sua vita, ma il suo modello di vivere è stato anche base per tanti giovani come lei.