La giunta Andalusa continua nella guerra dichiarata alla chiesa cattolica, i giacobini dopo aver preteso di avere voce in capitolo nella gestione guerra giacobina dichiarata alla Chiesa dalla Giunta di Andalusia. Dopo le pretese avanzate per una gestione della Cattedrale di Cordoba, dopo aver imposto la drastica riduzione delle ore dedicate all’insegnamento della religione cattolica, ora in eccesso di delirio di onnipotenza dichiarano che per il vescovo mons. Demetrio Fernández González le scuole sono inaccessibili, è l’ultima di una serie di provocazioni e attacchi rivolti al massimo esponente della chiesa cattolica locale.
Con la scusa del rispetto dovuto alle altre religioni Il settore regionale della Pubblica Istruzione vorrebbe confinare l’alto prelato nella sagrestia della sua chiesa. Costringendolo nel caso gli venga permesso di visitare gli istituti scolastici a presentare preventivamente le relazioni scritte dei suoi interventi per farli approvare dal consiglio d’istituto ”. Inoltre, mons. Fernandez è richiesto di attenersi strettamente all’«ambito dell’insegnamento cattolico» e d’incontrare «esclusivamente gli alunni, che se ne avvalgono», escludendo il contatto con gli studenti di altre religioni e ponendo «la dovuta attenzione educativa in forma continuata e rispettando la pianificazione ed il funzionamento ordinario» della scuola.
Le visite pastorali del Vescovo sono una normalità è fanno parte della pastorale rivolta a tutte le parrocchie della Diocesi, che includono anche l’incontro con le realtà educative presenti sul loro territorio, scuole comprese, tanto pubbliche quanto private.
La Diocesi si è ribellata come giusto che sia alle continue provocazioni della giunta emettendo un comunicato nel quale specifica che è un diritto sacrosanto del Vescovo poter conoscere gli studenti e parlare con loro per toccare con mano e «da vicino tale realtà», ha maggior ragione dove è stato richiesto l’insegnamento della religione cattolica come (nell’anno scolastico 2013/2014 dal 90,73% degli aventi diritto nelle scuole primarie e dal 57,74% in quelle secondarie). Non esiste che in uno stato democratico che si vanta di dare la massima libertà religiosa si debba negare l’accesso alle scuole pubbliche al massimo esponente religioso della fede cattolica quando invece il permesso viene concesso ai responsabili di altre confessioni: «Non si tratta quindi di un privilegio – specifica il comunicato della Diocesi – bensì del riconoscimento del diritto proprio degli alunni di ricevere la visita del proprio rappresentante religioso, diritto sancito dalla vigente Costituzione.
Nei centri dove il pastore ha potuto incontrare le sue pecorelle in un clima è di grande gioia manifestata dai ragazzi e dai loro genitori. Gli istituti didattici si sono sdoganati dalla giunta hanno interpretato l’evento come un fatto proprio e grande è stata la risposta degli studenti che hanno partecipato in massa l’incontro si è svolto «scrupolosamente nel rispetto delle norme vigenti».
La Diocesi ha ribadito che la vicenda faccia parte di un progetto fatto di «vessazioni sistematiche» da tempo poste in essere, vessazioni di cui la Chiesa Cattolica viene fatta oggetto, nonostante «la stragrande maggioranza degli studenti della Diocesi di Cordoba» chieda «liberamente» di poter esercitare un proprio diritto, diritto che ora si «tenta di violare». Ciò contro cui la Chiesa si muoverà, «facendo ricorso a tutti i mezzi consentiti dalla legge».
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