In questo mese della misericordia ci è utile domandarci quanto applichiamo, nelle nostre esistenze, la compassione e il perdono. Quanto riusciamo ad imitare Cristo nel suo amore per i fratelli, specie per quelli più bisognosi.
Potremmo aprire una pagina qualunque della storia degli ultimi decenni per piangere, per riflettere, sulle tante vittime della striscia di Gaza.
Non importa sapere il pretesto, non importa sapere da che parte stia la ragione umana, ciò che è certo è che milioni di innocenti sono morti, su un pezzo di terra che nessuno considera degno di pace.
Sicuramente non è questo che le scritture ci insegnano soprattutto n questo mese dedicato alla Divina Misericordia.
Quella è la terra tra Israele ed Egitto che non ha pietà nemmeno dei bambini!
A Gaza, Amir è morto a 14 anni.
“Una settimana dopo la nascita, mio figlio Amir è stato visitato e i medici hanno scoperto un buco nel suo cuore. I medici ci hanno detto che avrebbe avuto bisogno di un’operazione, quando avesse compiuto 18 anni. Non hanno prescritto medicinali per Amir, ma ci hanno detto che il foro era tra le due camere del cuore e che si sarebbe ristretto con la crescita di Amir”, ma Amir non è mai diventato adulto.
E’ stato spazzato via, come se non valesse nulla, da una pioggia di missili israeliani, mentre si faceva un selfie col suo amico Luay, vittima anche lui quel giorno.
I ragazzi si trovavano sul tetto di un edificio, raso al suolo dalle bombe.
L’esercito ha filmato tutto (quel giorno come in tanti altri) e il rapporto (quel giorno come in tanti altri) parlava di danni collaterali, per riferirsi alle vittime: “464 incidenti inconsueti; ovvero, incidenti in cui cittadini estranei al fatto sembra siano stati danneggiati o siano state danneggiate le proprietà di civili”. Uno di quegli “incidenti inconsueti” era proprio Amir.
Antonella Sanicanti
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