Questa settimana il mondo si è fermato a celebrare la carriera della cantante dei ‘Cranberries‘, Dolores O’Riordan. L’artista irlandese è morta in un hotel di Londra in modo improvviso e la causa della sua morte è ancora da verificare. Gli amici, i colleghi ed il fidanzato hanno riferito ai media che da tempo soffriva di una forte depressione e che probabilmente quel giorno il suo male ha avuto il sopravvento sulla sua voglia di vivere. La dinamica della tragedia conferma che Dolores abbia ceduto alla tentazione di porre fine alla sua vita e presto l’autopsia sul cadavere estinguerà, con ogni probabilità, anche gli ultimi dubbi a riguardo.
Sebbene la depressione l’attanagliasse da tempo, la cantante irlandese ha sempre avuto una grande considerazione per il valore della vita. L’idea che ogni singola creatura vivente avesse un valore inestimabile proveniva dalla formazione cattolica datale dalla famiglia e con il tempo non si era sbiadita. Pur non essendo un’attivista pro vita, Dolores ha manifestato più volte la sua contrarietà all’aborto, riteneva che fosse un procedimento disumano che toglieva importanza alla figura stessa della donna.
L’artista, insomma, vedeva quella pratica come una forma di sottomissione della donna alla società, all’idea collettiva che quella perdita non fosse importante che toglieva loro, di volta in volta, un pezzo di autostima: “E’ terribile che le donne si sottomettano a questo procedimento che aspira il feto dentro il suo corpo e sminuisce la loro dignità, il fatto che alcune donne sostengano che non succede nulla ad abortire una sola volta. La verità è che ogni volta che una donna abortisce semplicemente schiaccia la sua autostima, che ogni volta è sempre più piccola”. In questa dichiarazione alla rivista ‘Rolling Stones‘ c’è racchiuso tutto il pensiero di una donna che in 20 e più anni di carriera ha cercato di mostrare al mondo gli effetti negativi dell’aborto sulle donne.