Siamo giunti alla domenica prima della Pasqua, la Domenica delle Palme, che segna l’inizio della Settimana Santa.
Anche se quest’anno, a causa dell’emergenza Coronavirus, non riusciremo a recarci in Chiesa per questa ricorrenza, ricordiamone insieme il profondo significato.
E’ questo, infatti, un periodo molto importante per i cristiani, perché vede lo svolgersi di diverse funzioni religiose, in memoria degli ultimi giorni della vita terrena di Gesù Cristo nostro Signore.
Della Domenica delle Palme, o meglio dell’evento celebrato in questo giorno, ossia l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, parlano tutti i Vangeli.
Il popolo in festa, lo accolse come si fa con gli eroi, coi Re, agitando ramoscelli di ulivo (probabilmente gli ulivi sono stati introdotti dalla credenza popolare in segno di pace), palme e piante del luogo, in un grandioso gesto di omaggio e venerazione.
Domenica delle Palme: il popolo riconosce la regalità di Cristo
Quel giorno, Gesù venne ritenuto, il Messia, il detentore del messaggio salvifico di Dio, che tutti stavano aspettando: il Regno di Dio era vicino a compiersi e tutti potevano farne parte. Ciò si sarebbe compiuto proprio con la venuta di Dio in terra.
Ecco Marco (11, 1-10): “Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: “Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. (…) Alcuni dei presenti dissero loro: “Perché slegate questo puledro?”.
Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!”.” e Matteo 21,1-9; Luca 19,30-38; Giovanni 12,12-16.
Domenica delle Palme: un Re a cavallo di un’asina
A differenza dei Re, Gesù entrò in Gerusalemme, al tempo sede del potere civile e religioso della Palestina, su un’asina, non sul cavallo, in segno di umiltà e vicinanza al popolo.
La liturgia della Domenica delle Palme (ma non in tempo di pandemia, purtroppo) inizia al di fuori della Chiesa, proprio in ricordo del corteo che, quel giorno, accompagnò Gesù per le vie di Gerusalemme. Ed è li che il sacerdote benedice ulivi e palme, esibiti dalla gente. Questi ramoscelli verranno poi portati, da ognuno, nella propria casa (o tenuti addosso), o sui luoghi di lavoro, in segno di pace e benessere.
Domenica delle Palme: Domenica della Passione del Signore
I ramoscelli benedetti vengono scambiati con amici e parenti e portati in omaggio anche ai defunti al cimitero.
La Santa Messa continua, poi, in Chiesa e la lettura del Vangelo riguarda la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, secondo l’evangelista dell’anno in corso.
La lunga lettura della Passione è il preannuncio di ciò che accadrà a Gesù, solo qualche giorno più tardi (questa è detta, infatti, anche Domenica della Passione del Signore), quando, la stessa gente che oggi lo osanna, lo giudicherà bestemmiatore, sobillatore delle folle e ne vorrà, urlando a gran voce, la morte in croce, la più terribile all’epoca, riservata solo ai peggiori criminali.
Il paramento sacerdotale, nel giorno delle Palme, è di colore rosso, a simboleggiare la Passione di Cristo; sarà, infatti, dello stesso colore anche il Venerdì Santo.
Si noti che, nelle domeniche di Quaresima, il sacerdote ha indossato il viola, segno di penitenza, tranne che nella quarta, la penultima, (come nella terza di Avvento), in cui l’abito è rosa, per l’approssimarsi della festività.
Domenica delle Palme: le origini
Le prime notizie della benedizione delle palme, in questo giorno, risalgono al VII secolo.
Un tempo, durante quella domenica, si celebrava anche un pre-Battesimo, per coloro che avrebbero, poi, ricevuto il Battesimo il giorno di Pasqua.
Ricordiamo che la celebrazione della Domenica delle Palme rimanda alla festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”.
Quel giorno, si raggiungeva in pellegrinaggio il tempio di Gerusalemme, portando in mano il “lulav”, un mazzetto di rami con la palma, simbolo della fede; il mirto, simbolo della preghiera rivolta al cielo; il salice, simbolo del silenzio dei fedeli di fronte a Dio.
Al tempo di Cristo, molti ebrei ritenevano che il Messia si sarebbe manifestato, proprio durante gli eventi di quella giornata.
La Domenica delle Palme è celebrata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti.
Antonella Sanicanti
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