L’omelia di Don Andrea Cavallini durante la Santa Messa del 7 aprile ci parla di tre modi di essere discepoli, partendo dall’Ultima Cena.
Diocesi di Roma: l’omelia di Don Andrea Cavallini durante la Santa Messa celebrata nel Santuario del Divino Amore, si concentra su tre figure, in particolare, presenti nell’Ultima Cena, quando Gesù istituì l’Eucaristia. Le tre persone: l’amato apostolo Giovanni, il primo Pontefice della storia Simon Pietro e Giuda, rappresentano tre modi di essere discepoli.
Don Andrea Cavallini e i tre discepoli
L’omelia di Don Andrea Cavallini parte dalla figura di Giovanni. Lui è il “discepolo amato”, la sua identità è rappresentata dal fatto di sapere di essere amato da Cristo. Infatti il Vangelo non ci dice nemmeno il nome del discepolo: la sua identità è “essere amato da Cristo”. Giovanni è colui che entra nella profondità del cuore di Gesù.
La figura di Giuda
La riflessione di Dona Andrea si riversa poi sulla figura di Giuda. Quella di Giuda è presentata dal Sacerdote come una “figura tragica”. L’atto attraverso cui Giuda tradì Gesù non fu necessario, come tanti hanno scritto, ma inutile. Questa figura tragica ha messo in piedi un atto del tutto malvagio e privo di utilità, al fine del compimento della salvezza. Il male non è mai utile alla salvezza. Come fa notare Don Andrea, Cristo sarebbe morto lo stesso, si cercava un pretesto per l’arresto. Ma il gesto di Giuda non è stato assolutamente necessario. Ma il male più grande di Giuda, e questo ce lo insegna Santa Caterina da Siena, è aver considerato il proprio male più grande dell’amore di Dio.
Una riflessione su Pietro
Ancora un modo di esser discepoli. L’analisi di Don Andrea si concentra poi su Simon Pietro. Il primo Pontefice della storia volle seguire Gesù, dicendo “darò la mia vita per te”. Ecco, San Pietro non si rese conto che le cose stavano esattamente al contrario: Cristo dona la sua vita per lui. Nel nostro rapporto con Gesù, è sempre così: è sempre Dio che agisce per noi. Lo possiamo vedere ogni domenica con l’Eucaristia: è sempre Gesù che si offre a noi. Noi possiamo rispondere e ricorrere al perdono di Dio.
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Fabio Amicosante
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