Lui è don Cosimo Schena, 41 anni, parroco della chiesa di San Francesco d’Assisi, nel quartiere la Rosa di Brindisi, e sta facendo parlare molto di sé.
Il motivo? La sua passione per la poesia che sta spopolando sul web con migliaia e magliaia di followers. Una passione che coltiva fin da piccolissimo, ma non aveva pubblicato mai nulla prima, perché, come lui simpaticamente dichiara, è un tipo pigro. Anche se guardando al suo attuale straimpegno, si fa fatica a credergli.
Raggiungo don Cosimo al telefono, che da subito si rende disponibile a condividere la sua incredibile esperienza di vita. Allora facciamo un passo indietro per conoscere innanzitutto, come ha scoperto la sua vocazione al sacerdozio.
“L’incipit a intraprendere la via del sacerdozio – racconta don Cosimo – me l’ha data la bella testimonianza del mio parroco, don Adriano. Lo vedevo spendere la sua vita h 24 per il Signore. E il suo esempio mi interrogava. Da giovanissimo ho frequentato dei corsi vocazionali, per comprendere quale fosse la mia strada, e ho compreso che nonostante avessi un’esistenza apparentemente completa, fatta di studio, amici, fidanzata, mancava un pezzo al puzzle della mia vita per essere felice. Maturo così, poco alla volta, la decisione di entrare in seminario. E il 4 giugno 2009 divento sacerdote”.
Poi un giorno accade che don Cosimo riceve un invito, tramite email, a partecipare a un concorso di poesie, e lui, accetta la sfida. Non vince ma lo contattano comunque, per scrivere otto poesie da pubblicare in una raccolta che poi è uscita anche in formato audio. Da lì nasce l’idea, dietro il suggerimento di parenti, amici e parrocchiani di interpretare lui stesso, le sue poesie.
A quel punto, ciò che accade, è davvero inaspettato. Don Cosimo spopola sul web da Facebook, dove in breve tempo ha raggiunto quasi 100.000 followers, a Instagram, poi Twitter, Spotify, e ancora YouTube e Tik tok . In più, milioni di streams che ha registrato su Spotify con le sue poesie musicate e interpretate da lui. Un impressionante impegno sui social, che don Cosimo porta avanti grazie all’aiuto di volontari, soprattutto per gestire migliaia di messaggi che riceve ogni giorno.
“I social – prosegue don Cosimo – sono per me un ponte, per arrivare a coloro che diversamente non potrei raggiungere, perché non vengono in chiesa. Non avrei mai immaginato che ci fosse così tanta sete di Dio. E il mio riscontro è che non è vero che la gente non cerca più Dio. Ogni giorno ricevo migliaia di richieste di preghiera, di conforto e di aiuto, da chi mi domanda cosa può fare per riavvicinarsi al Signore”.
Un dato assai rilevante e positivo, da evidenziare appunto, è che le persone non rimangono affascinate solo dalla figura di Don Cosimo, e dal suo modo innovativo di comunicare, ma vanno oltre e cercano Dio.
“Tanti mi contattano per le mie poesie che parlano d’amore, che poi ognuno interpreta secondo il suo vissuto. La gente ne ha bisogno più che mai, in questo periodo grigio e di paura, segnato dal Covid. Ma poi mi rendo conto che dalla poesia c’è un passaggio a Dio. Mi chiedono come pregare, mi affidano le loro vite, mi fanno domande sulla fede.
La maggior parte di loro, mi scrive che grazie alle mie poesia trova un incoraggiamento per cercare Dio e lo sentono vicino. Questo è ciò che mi incoraggia a proseguire. Sennò si rischia di diventare il personaggio del momento. Invece cerco di focalizzare tutto su Dio e vedo che funziona. Il motivo per cui sono sui social o perché accetto un invito a un incontro, è Lui; è portare Dio agli altri. Sono un prete e non lo dimentico“.
Don Cosimo riceve migliaia di messaggi e tra i tanti ne menziona uno che gli è rimasto particolarmente impresso:
“Non ho più il mio padre spirituale, ora che mi sono trasferito in un’altra città sono solo, ma grazie alla sue parole, poesie, e i suoi messaggi, mi dà la forza per andare avanti, per cercare Dio nella mia vita”.
Proseguiamo la nostra piacevole chiacchierata al telefono e gli domando se ha gradito il soprannome con cui il web lo ha identificato: “Il Poeta dell’Amore”.
“Mi piace, perché credo tanto nell’amore, siamo creati da Dio che è Amore, e non possiamo non amare, se nasciamo dall’amore come possiamo vivere senza? Ho persino usato questo nome per la mia pagina Facebook, anche per sfatare l’idea che il sacerdote non è capace di amare. Si può amare e donarsi in tanti modi diversi, il sacerdote è chiamato ad esercitare la paternità: Ciò che conta è portare Dio, la sua presenza reale in mezzo a noi”.
Ad oggi, don Cosimo ha pubblicato diverse raccolte di poesie: “Sussurri”, “Sussurri di un’anima” e “Soffio verso il cielo”, “Impronte di cuore“. Il ricavato lo utilizza per aiutare le famiglie in difficoltà. Inoltre, recentemente è nata una collaborazione tra il musicista americano Kevin MacLeod che ha scritto circa mille colonne sonore per film, e il sacerdote di Brindisi.
“Per caso lo avevo contattato, per chiedergli l’autorizzazione a utilizzare una delle sue musiche. Quando ha saputo qual era la finalità, mi ha detto che potevo utilizzare qualsiasi sua musica. Poi è accaduto che mi ha scritto un sacerdote del Messico, padre Rafa Saucedo, che canta, e mi ha chiesto se potevo interpretare la versione italiana di una sua canzone in spagnolo, che uscirà in questo periodo”.
Don Cosimo sa trasmettere semplicità, allegria, e soprattutto sa rimanere con i piedi per terra, riesce a coniugare la “notorietà” col suo impegno di sacerdote.
“Non mi sento famoso, io sono sempre don Cosimo, o don Mino come molti affettuosamente mi chiamano. I ragazzi nella scuola dove insegno, l’Istituto Morvillo Falcone di Brindisi, mi chiedono cosa provo ad essere famoso. Ma io non mi sento famoso. Continuo a vivere la mia quotidianità, la mia vita si svolge come sempre, celebro la Messa, prego, vado in parrocchia, incontro i genitori, faccio le fotocopie a scuola” – sorride don Cosimo.
Che il suo esempio di sacerdote innamorato di Cristo, che sta toccando i cuori di tanti che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio, possa essere anche uno sprono per i giovani, ad accogliere con coraggio la chiamata del Signore al sacerdozio, così come per don Cosimo, lo è stato l’esempio del suo parroco.
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Simona Amabene
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