Don Ennio di Giovanni era da poco tornato a fare il parroco nella sua città natia, Corropoli, in provincia di Teramo, quando ha dovuto, con grande sofferenza, rinunciarvi e decidere di andare altrove.
Don Ennio di Giovanni, un sacerdote con 48 anni di servizio alle spalle, ha insegnato religione al liceo di Nereto, per lungo tempo, ma è conosciuto, in zona, anche per aver fatto costruire ben tre case parrocchiali e due musei d’arte, uno a Torano e uno a Mosciano.
Le sue iniziative nel sociale sono state sempre tantissime e lodevoli, come quella a favore dell’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero.
Ora, invece, che sperava di poter stare nel paese che aveva dovuto salutare tanto tempo fa (anche perché affetto da una terribile broncopolmonite), si è avverata per lui ciò che Gesù, nel Vangelo di Luca, disse di se stesso: “In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria”.
Don Ennio di Giovanni: amarezza e delusione
Don Ennio di Giovanni ha affermato: “Non ho trovato la collaborazione che mi aspettavo. Corropoli è la cittadina in cui sono nato e mi aspettavo ben altra partecipazione da parte dei fedeli. Pensate: ad una funzione religiosa c’erano solo 10/11 fedeli. Mi sono sentito mortificato. E sono arrivato alla conclusione di andarmene”.
Oltre alla scarsa presenza dei fedeli alle celebrazioni, le iniziative di don Ennio di Giovanni venivano continuamente boicottate e lasciate a macerare nel dimenticatoio.
“Ma non è per questo che vado via e non tornerò più a Corropoli. La ragione vera è che sono stanco e deluso dal punto di vista religioso, cristiano. E pensare che mi sono prodigato per rimettere in sesto la chiesa madre con interventi di oltre 300 mila euro”.
Antonella Sanicanti
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI