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Catechesi

Don Fabio Rosini: “Le nostre ferite sono dei sintomi” – parte prima

Don Fabio Rosini, sacerdote e biblista, è conosciutissimo dai giovani romani e non solo, per le sue catechesi partecipatissime e molto singolari, che cercano di avvicinare chiunque alla comprensione delle Sacre Scritture.

Il suo linguaggio semplice e gioviale permette a tutti coloro che lo ascoltano di apprendere come la Bibbia, in effetti, contenga le istruzioni per la vita di ogni giorno, per ognuno di noi.
Sta a noi, con l’aiuto di sacerdoti e guide, come don Fabio Rosini, metterci in ascolto della Parola di Dio e renderci conto di come si presti a renderci felici e non severi e pedanti, come molti si aspetterebbero.

Don Fabio Rosini: la donna emorroissa

Nella catechesi riprodotta in basso, don Fabio Rosini parla della donna che soffriva di emorragie, l’emorroissa, descritta nel Vangelo di Marco, e di quanto il suo bisogno di essere guarita da Cristo sia, in effetti, simile al nostro.
Se così non fosse, dovrebbe esserlo, perché quella della emorroissa è una storia di guarigione particolare, di un cambiamento di vita, di una trasfigurazione vera e propria, che avviene in lei grazie alla sua richiesta fiduciosa (e quasi disperata) di aiuto.

La donna patisce emorragie da lungo tempo, cerca la grazia, cerca di toccare anche solo un lembo del mantello di Gesù, sapendo che a lui sarebbe bastata una parola, uno sguardo per guarirla.
“Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello”.
La donna era esclusa da ogni attività sociale, secondo la legge ebraica; considerata impura per la sua malattia, che aveva a che fare con il sangue, con gli organi riproduttivi. Dunque, non aveva né marito, né figli, probabilmente; non aveva una vita “normale”.

Ha bisogno di Gesù, come tutti noi “abbiamo bisogno di lui”, dice don Fabio Rosini. Abbiamo sempre qualcosa da cui guarire, anche quando non ce ne rendiamo conto.
Del resto, Gesù lo aveva detto chiaramente di non essere venuto per i sani, ma per i malati. Come malati nello spirito, come bisognosi di guarigioni e liberazioni dovremmo porci davanti a Gesù, dimenticando per sempre quella aria di autosufficienza, che ostentiamo, fieri, per non voler ammettere le nostre debolezze.

E’ questo il modo per allontanarci dalla fede in Cristo: rincorrere l’irraggiungibile (perché inesistente) sensazione di “farcela da soli”.

Don Fabio Rosini: abbiamo bisogno di essere guariti da Cristo

Riconoscersi “malati” è il primo passo, invece, per la sanità spirituale, come ricordiamo nel Salmo 69 (70) e all’inizio di tantissime preghiere con la frase: “O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto”.
L’emorroissa “Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”. E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male”.

Don Fabio Rosini, con un’interpreazione azzeccatissima, paragona a lei, all’emorroissa, tutte le persone che non vivono degnamente la propria sessualità o che non dichiarano i loro dubbi, coloro che non risolvono le incertezze del compiere una certa azione o si vergognano di chiedere aiuto.
Anche l’emorroissa è timorosa nel dover dichiarare la propria sofferenza, per questo arriva alle spalle di Gesù.

“Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi mi ha toccato il mantello?”. I discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?”. Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male”.”.

Lei, che fino ad allora non poteva vivere pienamente la sua condizione di donna, sopraffatta da quella malattia, da quella anomalia del suo corpo, viene risanata da Gesù, in un attimo. Gesù le ridà, così, la vita che le spettava.
Come lei, anche noi abbiamo le nostre “perdite di sangue”, che tolgono energia e forza, vigore e pienezza alla nostra vita. Ce le procuriamo quando accettiamo di vivere delle situazioni che ci relegano a non essere veri uomini, vere donne e ci rendono sottomessi, agli altri o alle cattive abitudini.

Le nostre ferite sono dei sintomi” -dice don Fabio Rosini– da cui dobbiamo risalire al vero male che ci affligge, per poterlo combattere.
La causa delle nostre ferite è la rottura del rapporto con Dio, che si fonda sulla menzogna.
Nel racconto della donna, si citano anche i medici sbagliati, a cui lei si era affidata, ma che le hanno arrecato più dolore di quanto ne avesse.
Anche noi, spesso, ci affidiamo a “medici” che non ci fanno migliore e, così, “il prezzo delle false soluzioni” diventa salatissimo.

La convinzione di molte persone è che la vita debba andare in un certo modo, verso la ricerca del successo personale.
Rincorrendolo, “perdiamo sangue”, i compromessi consumano le nostre forze, mentre noi rinunciamo alla nostra identità.
Don Fabio Rosini ci domanda: “Quali sintomi; quale male c’è dietro a questi sintomi e quale menzogna genera questo male, ma anche che soluzione abbiamo dato a questo dolore e quanto ci ha fatto soffrire?”.
Siamo stanchi (proprio come l’emorroissa) di provare soluzioni che non servono a niente e di perdere il tempo nel rincorrerle, senza alcun esito.

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Antonella Sanicanti

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