Nel corso dell’udienza per il processo ai danni di don Galli, accusato di molestie sessuali ai danni di un minore, il sacerdote ha offerto la sua versione dei fatti riguardo quanto successo nella notte del 19 dicembre del 2011 in cui il ragazzo (allora 15enne) ha dormito con lui in un letto matrimoniale. Quando il ragazzo si è recato dai Carabinieri per denunciare l’accaduto ha dichiarato che il parroco lo ha invitato a dormire nel letto matrimoniale con lui e che durante la notte questo ha cominciato ad abbracciarlo e a toccarlo. Solo tre anni più tardi, nel 2014, monsignor Delpini, informato delle accuse di molestie sessuali, lo ha trasferito a Legnano.
Don Galli rigetta le accuse di molestie: “Abbiamo solo dormito”
Interrogato dall’accusa su quella sera don Galli ha raccontato di come abbia cercato di ascoltare il giovane e dare lui dei consigli: “Ci siamo seduti sul divano e abbiamo chiacchierato un po’ della sua situazione e del fatto che vedesse tutto in negativo. Poi lui ha tirato fuori il pigiama e lo spazzolino ed è andato in bagno a prepararsi. Poi ci sono andato io. Quando sono tornato in camera, era di fianco al letto, dalla parte dove il comodino era vuoto per caricare il cellulare attaccandolo alla presa di corrente”.
Ecco quindi la prima divergenza tra le due versioni, in quella del sacerdote è stato il ragazzo a decidere di dormire nella camera con lui, ma non solo nel prosieguo del racconto don Galli giustifica anche l’abbraccio dato al ragazzo dicendo: “Nella notte vengo svegliato da un grido: accendo la luce e lo vedo con un braccio e una gamba fuori dal perimetro del letto e la testa pericolosamente vicina allo spigolo del comodino. Il mio movimento è stato quello di mettergli in sicurezza la testa e l’ho trascinato sul letto perché non cadesse. Lui non si è accorto di nulla. Ha solo mugugnato. Poi abbiamo dormito tutta la notte”.
La versione fornita è decisamente debole e non spiega come mai non abbia chiesto al ragazzo di andarsi a coricare in un altro letto visto che ce n’erano altri a disposizione. Proprio questa è l’obbiezione che gli viene posta dopo il racconto, ma questo sostiene di averlo fatto in maniera ingenua e aggiunge che solo in seguito alla convocazione di don Rivolta ha compreso che: “Dormire con un minore non era una cosa giusta da fare”.
Luca Scapatello