Perché il suo messaggio di apertura agli ultimi è stato d’ispirazione al Concilio Vaticano II e ad i papi venuti dopo.
Nato a Cremona nel 1902, Mazzolani ricevette una dura educazione e venne coinvolto nella prima guerra mondiale. Mai interessato al potere ed al denaro, ma legato alla gente e agli ideali egalitari, trovò ciò che cercava nel sacerdozio. Venne impiegato prima nella sua parrocchia natia e successivamente, nel 1932, venne mandato a Bozzolo. In quella piccola comunità ai margini dell’Italia, don Mazzolari svolse un’intensa attività teologica.
Uomo attento alle istanze dei suoi simili, riscontrò nella Chiesa problemi strutturali e ideologici. A suo avviso il clero si era allontanato dal Vangelo e spingeva sulla necessità di ritrovare il contatto con il popolo e con gli ultimi. Durante la seconda guerra mondiale numerose incomprensioni lo hanno reso inviso al pontefice ed alle gerarchie vaticane. Anche i fascisti, contro cui si era battuto, lo ritenevano un personaggio scomodo e, durante la lotta di liberazione partigiana, cospiratore.
Finito il conflitto, don Mazzolari si è dedicato all’evangelizzazione dei soldati di ritorno dal fronte. La sua produzione letteraria è stata continua e non conobbe fasi di stanca. Nel periodo precedente alla sua morte, papa Roncalli lo convocò in Vaticano, sancendo la fine della distanza tra questo e la Chiesa. Il 12 aprile del 1959 morì a causa di una emorragia cerebrale mentre predicava una Messa. La sua figura è tutt’ora ricordata come quella di un parroco precursore dei tempi, le cui idee anticipavano la riforma della Chiesa.
Sin dai primi anni di sacerdozio don Mazzolari era convinto che la Chiesa dovesse tornare per le strade e dedicare il proprio sguardo agli ultimi, nonché rivolgersi a chi era distante dalla fede. La summa del suo pensiero era raccolta nello scritto intitolato ‘La più bella avventura’. Si trattava di uno scritto basato sulla parabola de ‘Figliol Prodigo’ (a lui molto cara), in cui il sacerdote sottolineava l’esigenza di stare a contatto con chi non aveva fede.
In questa si leggeva: “Il mondo di oggi ha bisogno di vedere Gesù Cristo in un tipo di santità che viva e operi nel suo cuore stesso. Occorre che qualcuno esca e pianti la tenda dell’amore accanto a quella dell’odio, dichiarandosi contro, apertamente”. In queste parole si rintraccia quel concetto dell’uomo di fede che deve scendere in strada tanto caro a papa Francesco. Per don Mazzolari, solo uno sforzo di santità come quello dei primi apostoli, avrebbe potuto frenare la crisi ideologia e di fede del mondo.
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI
Luca Scapatello
La statua del Cristo più grande del mondo è un progetto in piedi già da…
La Madonna della Comuna appare a una bambina, e dona a lei e a tutto…
Per omaggiare San Clemente c'è una buonissima torta inglese tradizionale e gustosa da preparare: è…
Per nove giorni consecutivi ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria che per il tramite…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Tra i primi pontefici della Chiesa, san Clemente, che si ricorda oggi 23 novembre, fu…