La testimonianza che stiamo per raccontarvi è stata postata sulla pagina social di don Maurizio Patriciello. La forza di una giovane donna messa alla prova nella vita ma che sino all’ultimo non perde la fede.
Lei si chiamava Teresa e frequentava la Santa Messa, ogni domenica, nella sua parrocchia. Don Maurizio l’aveva spesso notata, come aveva notato anche il fatto che, durante la settimana, non la si vedeva mai in chiesa.
Fino a quando, proprio una domenica, Teresa si presentò accompagnata dal fidanzato. Una storia apparentemente normale come tutte le altre. Ma cerchiamo di capire meglio cosa è, poi, successo.
Don Patriciello racconta la storia di Teresa, giovane e bella
Lui è don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di “San Paolo Apostolo” a Caivano, in provincia di Napoli. Sono davvero in tantissimi a conoscerlo, non solo nel suo territorio, ma in tutta Italia. Don Maurizio è un parroco anti camorra, sotto scorta, e impegnato a salvare non solo le anime a lui affidate, come esige il suo ministero sacerdotale, ma anche a salvare materialmente giovani e non dalla malavita.
Don Maurizio è molto attivo anche sui social e, spesso, racconta scene di vita quotidiana vissute nella sua chiesa, quanto testimonianze dei tanti fedeli che, purtroppo, vivendo nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, si ammalano di tumore. Lui dà voce a tutti loro, facendo conoscere le loro storie ma, anche, lo scempio che si è fatto (e che ancora si continua a fare) in queste zone.
Come dicevamo, il sacerdote, sulla sua pagina Facebook, racconta anche storie di vita, di persone che incontra nella sua parrocchia quanto sul suo cammino. Quella che stiamo per riportarvi è la storia di Teresa, una giovane e bella ragazza che, ogni domenica, alle ore 12, partecipava alla Messa nella chiesa di Caivano.
Don Maurizio Patriciello racconta la storia di Carmine e Teresa
“Sedeva sempre in uno degli ultimi banchi a destra dell’Altare, spesso accompagnata dall’anziana mamma o dalla sorella. Una ragazza bella, dalla voluminosa chioma riccioluta. Poi scompariva per il resto della settimana” – inizia a raccontare don Maurizio. Da lì, poi, la curiosità di conoscere chi fosse: lei era Teresa, lavorava a Caserta ed era di un’altra parrocchia. Di solito, era a messa sempre accompagnata da sua sorella o dalla sua mamma.
Fino a quando, una domenica di Avvento, cambia qualcosa: “Teresa arriva, finalmente, insieme al fidanzato. Si chiama Carmine, come lei è un giovane riservato e discreto. Oserei dire, timido”. La giovane, infatti, insieme al suo fidanzato, erano lì per frequentare il corso prematrimoniale. Don Maurizio continua nel suo racconto: “Come la maggior parte dei maschi, durante gli incontri, non prende la parola, non esprime pareri, non contesta né approva. Ascolta. Sono quasi sempre le donne a suscitare dibattiti. Teresa e Carmine sono tra le coppie più presenti; arrivano, ogni domenica pomeriggio, prima dell’incontro, mi aiutano a sistemare la sala, e restano, poi – cosa che non tutti fanno – per la Messa della sera”.
Una coppia perfetta insomma. Piano piano, don Maurizio racconta come anche Carmine abbatte quel suo “muro di indifferenza” e inizia ad aprirsi e raccontarsi: “Quando il lavoro glielo consente, si fa vedere anche durante la settimana, anche senza la fidanzata. Mi cerca. Facciamo lunghe chiacchierate. Si parla di attualità, di politica, dei problemi del nostro Paese, di religione. Capita anche di andare, qualche volta, a mangiare una pizza insieme”.
Carmine sente un’altra vocazione
Con il passare del tempo, si avvicina anche il giorno del matrimonio fra i due giovani e Carmine è sempre più assiduo nel frequentare la messa quanto anche nelle sue lunghe chiacchierate con il sacerdote: “[…] Si discute della fede, della preghiera, della vita spirituale, di Dio, della vocazione alla quale ognuno deve rispondere. Da parte mia insisto sulla vocazione al matrimonio. Lui, lo sposo, non ricusa di fare domande sul sacerdozio. Solo curiosità? In cuor mio, lo spero. Uomo di poca fede quale sono, penso di avere intuito qualcosa che non mi fa piacere ammettere. Voglio troppo bene a Teresa. So che, se dovesse accadere quel che temo – come già altre volte – seguirà per me un periodo difficile” – confessa don Maurizio.
Il sacerdote ha intuito qualcosa: e se Carmine volesse diventare sacerdote anche lui? sembra un pensiero non compatibile con quello che i due ragazzi stanno preparando. Devono sposarsi, pensa don Maurizio. Per questo continua a pensare: “[…] Carmine non è più il ragazzo imbarazzato dei mesi precedenti. Vuole capire, domanda, legge, prega, si confronta. Si sente scombussolato. Non sa dare un nome all’inquietudine che lo abita. Inizia a parlarne con Teresa. Lei, donna di fede, capisce. Lo aiuta. Accetta di rimandare il matrimonio. Disdicono gli impegni presi. Gli dà tempo per fare luce dentro di sé. Poi, si arrendono. Si lasciano”.
La forza di Teresa nell’andare avanti
Quello che non doveva accadere è accaduto. Lui prende la sua strada: “[…] Carmine parte per una congregazione religiosa. Teresa rimane a Caivano. Temo che non verrà più nella nostra parrocchia. Invece, eccola là, al suo posto, come sempre. E mi vuole sempre bene. «Teresa – le chiedo – come fai a volermi ancora bene? Tu dovresti avercela con me. In qualche modo sono anch’io responsabile del fallimento del tuo matrimonio». «No, padre. Se questa era la volontà di Dio, è stato meglio così», risponde sorridendo”.
Una donna forte Teresa, anche con un dolore così grande da portare. Gli anni passano e Carmine è ormai diventato un sacerdote e prova un certo imbarazzo a celebrare la Messa davanti alla sua ex fidanzata. A differenza di Teresa che, come racconta don Maurizio, non si è più fidanzata e continua a vivere con la mamma. Lei è tranquilla, aiuta anche il sacerdote di Caivano nelle sue lotte ambientali.
Ma c’è stato un giorno che resterà per sempre impresso nella mente di don Maurizio: “[…] Un giorno viene a inginocchiarsi davanti a me per la confessione. Con grande serenità mi dice: «Padre Maurizio, ho il cancro». La guardo incredulo. Mi gira la testa. Ancora? Ancora? «Che dici, Teresa? Stai scherzando, vero?». No, non sta scherzando. E ha inizio la battaglia. Una battaglia da me già vissuta decina di volte e che poche volte è giunta alla vittoria.
Don Carmine l’accompagna al suo incontro con Gesù
La chemioterapia la segna pesantemente, ma ancora non riesce a rubarle il sorriso e la speranza. L’antica chioma è ormai un ricordo, una pietosa parrucca ne ha preso il posto. Lotta, si aggrappa alla vita, Teresa. Il pensiero di lasciare sola la mamma la devasta”.
La malattia non le lascia scampo. È una sera d’Avvento (nuovamente), quando il telefono di don Maurizio squilla. Teresa è entrata in coma: “[…] Suonano alla porta. È don Carmine. Sale le scale di corsa. Gli corro incontro. È scosso. Ha saputo che il suo vecchio amore sta morendo. Occorre fare presto. Bisogna donarle l’Unzione degli infermi. «Vai tu, Carmine. Vai a consegnare Teresa nelle braccia misericordiose del buon Dio». Carmine si fa forza. Appoggia le sue mani consacrate sulla fronte di Teresa” – continua.
La forza del sacerdote di Dio quanto anche quella di un uomo che sta accompagnando la sua ex fidanzata fra le braccia del Signore. Teresa morirà poche ore dopo: “Vola per i cieli infiniti, i tempi eterni. E dal cielo continua a volerci bene” – conclude don Maurizio.