Don Renzo Lavatori commenta per La Luce di Maria l’ultimo messaggio di Medjugorje, del 2 Dicembre 2018
“Debbo riconoscere che in effetti senza la presenza e l’azione delle tre Persone divine, la mia vita sarebbe stata insignificante e priva di opere significative per il Regno di Dio. Posso solo esprimere una profonda gratitudine e gridare dal mio intimo la preghiera di Cristo nello Spirito: Abbà, Padre mio”.
Così si presenta don Renzo Lavatori, originario di Monte Roberto (AN) e laureato in Teologia dogmatica.
Tra le cariche da lui ricoperte c’è quella di docente di Teologia dogmatica, alla Pontificia Università Urbaniana di Roma; docente presso l’ISSR dell’Apollinare dell’Università della Santa Croce; docente presso l’Ecclesia Mater del Laterano per la teologia ai laici del vicariato di Roma.
Ma don Renzo Lavatori è anche membro della Pontificia Accademia Teologica e conduttore di insegnamento teologico a Radio Maria.
E’ autore di molti testi e ci aiuta a comprendere l’ultimo messaggio della Regina della Pace a Medjugorie, quello affidato a Marjana il 2 Dicembre scorso.
“Il messaggio, ben articolato, comprende un saluto iniziale incoraggiante da parte della Madonna; poi un primo aspetto che sottolinea il senso vero e profondo della fede; cui fa seguito un secondo aspetto che riguarda la missione specifica degli apostoli del suo amore con la preghiera e il sacrificio intessuti di amore; vi è alla fine un saluto e un interessamento materno per i pastori.
1. Saluto iniziale di incoraggiamento. La Vergine indica, ancora una volta con costante sollecitudine, il suo grande amore materno, che ci accoglie ogni volta che accorriamo a Lei con sinceri sentimenti di devozione filiale e disponibilità d’animo: “Cari figli, quando venite a me come Madre con cuore puro e aperto, sappiate che vi ascolto, vi incoraggio, vi consolo e soprattutto intercedo per voi presso mio Figlio”. Ella specifica ed enumera le azioni di soccorso nei nostri confronti: anzitutto si pone in atteggiamento di “ascolto”, cioè di attenzione a quanto noi le diciamo, le rivolgiamo le nostre confidenze e facciamo i nostri sfoghi interiori.
E questo mi sembra un fatto di grande valore, perché oggi ci lamentiamo che nessuno ha tempo per ascoltarci, tutti vanno di fretta, alle volte anche i sacerdoti e i confessori. Poi accenna che Ella ci “incoraggia”, conoscendo le nostre debolezze e i nostri limiti psicologici, come capita quando perdiamo la pazienza oppure la speranza oppure lo slancio di camminare nella via del bene e del vero.
All’incoraggiamento si accompagna “la consolazione”, nel senso che Ella ci dona sostegno e conforto, condividendo le nostre sofferenze e angosce, alle volte pesanti e opprimenti sia con la sua vicinanza spirituale, sia con le sue luci e con la stessa guarigione, soprattutto con il sollievo fisico e psichico. Di questi suoi interventi tutti abbiamo estremo bisogno e ne dovremmo percepire i favorevoli vantaggi. Ella ci assicura che è sempre pronta a porgerci la mano forte e soave, a rivolgere la sua “intercessione presso il Figlio”, cioè le sue preghiere al Signore per ottenere a noi gli aiuti della divina grazia nelle situazioni più complesse e difficili.
Questo saluto veramente ci apre un luminoso e salutare squarcio del suo Cuore Immacolato, di cui non dobbiamo mai dimenticarci, ma renderci conto che Ella è lì, in attesa di incontrarci. Purtroppo spesse volte noi ricorriamo ad altri appoggi umani, che non sono sufficienti a risanare le ferite dei nostri turbamenti. Lo dice con forza: “sappiate”, cioè siate certi che io vi aspetto sempre a braccia aperte e soprattutto con tanto amore.
2. Il senso vero e profondo della fede. Dopo il saluto iniziale, la Vergine si addentra in una riflessione di altissimo valore circa la fede forte e costante: “So che volete avere una fede forte ed esprimerla nel modo giusto. Quello che mio Figlio vi chiede è una fede sincera, forte e profonda. Allora ogni modo in cui la esprimete è valido”. Qui si tratta di capire cosa intenda Maria con le tre qualità della fede: sincera, forte e profonda. Anzitutto la fede ci richiama ad un affidamento totale e incondizionato, che deve possedere la prima caratteristica di “sincerità”, in quanto sgorga dall’interiorità del nostro essere e ci avvolge in tutte le situazioni, belle e brutte.
Non basta aver fede in alcuni momenti o circostanze particolari, ma essa coinvolge tutta la nostra vita dal mattino alla sera e dalla sera al mattino, con il continuo riferimento a Lui, il nostro Dio e Salvatore. Alla sincerità segue la “forza”: una fede è forte, quando resta salda e stabile ovunque e sempre, come una casa costruita sulla roccia che non crolla davanti ai venti impetuosi o alle bufere sconvolgenti, perché è saldamente piantata in Cristo. Ciò significa che la fede stabile abbraccia con slancio e amore la croce di ogni giorno come anche le consolazioni, i rapporti sociali, le situazioni familiari, i dubbi spirituali, le sconfitte e le vittorie. Insieme non si lascia travolgere dalle cattive insinuazioni, dagli influssi della mondanità e dagli errori o apostasie sulla dottrina della Chiesa.
In terzo luogo, la fede deve possedere la “profondità”, nel senso che non può rimanere in superficie su quanto pensa, ragiona e agisce. Non può svolazzare a destra e a sinistra come una farfalla volante da un fiore all’altro, cercando la vanità e l’autosoddisfazione. Piuttosto cerca di maturare nella crescita della fede e del comportamento morale, in maniera di non seguire tanto la moda passeggera ma la dottrina seria e sicura della Parola di Dio e della Chiesa. Da qui la necessità di approfondire le verità rivelate che danno consistenza e robustezza alle proprie convinzioni interiori, senza lasciarsi abbindolare da false suggestioni e ammaestramenti. Tutta la verità di Gesù deve radicarsi in noi e renderci intrepidi e coraggiosi in ogni circostanza. Solo se si possiede una tale fede, sincera, forte e profonda, è possibile e fruttuoso testimoniarla agli altri e infonderla in loro perché porti ai nostri familiari, amici e conoscenti la quiete dell’animo e la gioia di vivere.
Maria soggiunge, per chiarire ulteriormente che la fede è un tesoro da conservare e far maturare e fruttificare dentro di noi: “La fede è un meraviglioso tesoro che si custodisce nel cuore. Essa sta tra il Padre Celeste e tutti i suoi figli. La si riconosce dai frutti e dall’amore verso tutte le creature di Dio”. La fede costituisce il legame spirituale e reale tra noi e il Padre Celeste, come un essere e vivere da figli docili e generosi, abbandonati al suo amore infinito, protetti e sorretti dalle sue braccia potenti e benevole. Lasciamoci condurre e sostenere da Lui con immensa fiducia e confidenza che il Padre non può assolutamente trascurare i suoi figli diletti né tanto meno dimenticarsi di loro. Avvinti a Lui e sospinti dal suo Santo Spirito, possiamo portare frutti abbondanti di amore e di pace verso le sue creature umane che hanno bisogno del suo aiuto divino.
Infine la Vergine si rivolge a noi, chiamandoci “apostoli e figli suoi”: “Apostoli del mio amore, figli miei, abbiate fiducia in mio Figlio! Aiutate a far sì che tutti i miei figli conoscano il suo amore”. Ella ci consegna un impegno meraviglioso e insieme faticoso, quello di essere condotti e condurre altri figli al Figlio suo Gesù, affinché sia conosciuto, amato, pregato, onorato, obbedito. Stupendo programma di ogni sincero e autentico cristiano, che è tale in forza propriamente di porsi alla sequela di Cristo Signore!
3. La preghiera e il sacrificio, imbevuti di amore. La Madre nostra ci chiama e convoca a sé come suoi apostoli dichiarando che siamo la sua speranza: “Voi siete la mia speranza, voi che cercate di amare sinceramente mio Figlio. In nome dell’amore, per la vostra salvezza, secondo la volontà del Padre Celeste e per mezzo di mio Figlio, sono qui in mezzo a voi”. Sono parole lusinghiere, ma oltremodo impegnative per noi, nel senso che possiamo essere la sua speranza, cioè Ella può contare su di noi, soltanto se siamo pieni di amore sincero per suo Figlio, che costituisce il tesoro, la perla preziosa, che Ella ci ha offerto con la nascita del Bambino a Betlemme e che tuttora ci invita ad accoglierlo e ad essere ricolmi del suo amore.
Così noi diventiamo i suoi apostoli perché, come Lei, portiamo suo Figlio dentro di noi e nel mondo, affinché l’umanità possa accogliere il medesimo amore salvifico e diventare figli di Dio nella potenza dello Spirito Santo. In tal modo il circolo dell’amore si compie per mezzo di Maria: dal Padre l’amore è stato riversato nel Figlio incarnato e da questi a noi esseri umani attraverso lo Spirito Santo e da noi, resi figli, risale a Dio Padre per mezzo del Figlio redentore con la effusione dello Spirito Santo. Dal cielo alla terra e dalla terra al cielo tutto l’universo si colma dell’unico amore e dell’unica verità di salvezza e di beatitudine: “Apostoli del mio amore, con la preghiera e il sacrificio i vostri cuori siano illuminati dall’amore e dalla luce di mio Figlio. Quella luce e quell’amore illumini tutti coloro che incontrate e li riporti a mio Figlio”.
Il saluto finale per i pastori. La presenza di Maria assume un valore speciale per i pastori della Chiesa: “Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori; col mio amore materno li illumino e li incoraggio, affinché, con le mani benedette da mio Figlio, benedicano il mondo intero”. Sante parole che ci infondono speranza e conforto. In effetti i sacerdoti e i vescovi hanno bisogno del suo appoggio materno, per essere guide illuminate e generose verso il popolo santo di Dio! E noi aggiungiamo la nostra preghiera, il nostro amore e disponibilità nei loro confronti, accogliendo in cambio la loro efficace benedizione nel nome e nella potenza di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote.
O Vergine Maria, con le tue parole riempi il nostro animo di luce, calore e tanta, tanta speranza. Ne siamo bisognosi per i tempi difficili che viviamo. L’importante che le accogliamo e conserviamo nel nostro cuore per viverle ogni momento. Madre cara, ti ringraziamo per la tua sollecitudine materna e ci affidiamo tra le tue braccia e soprattutto ci rifugiamo nel tuo Cuore Immacolato, dove troviamo protezione, ristoro, guarigione e l’abbondanza del tuo amore.
Vogliamo essere totalmente con il cuore aperto per lasciarci invadere da tale dolcissimo amore ed essere testimoni in mezzo ad una umanità lacerata e confusa, afflitta e dolente. Proprio questo tuo amore diventa la fiamma che porta luce e calore, diradando le tenebre e gli errori. A te, o Madre pia, tutta la nostra gratitudine e fiducia filiale. Amen.
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Antonella Sanicanti
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