C’è grande attesa per l’avvenimento che vede protagonista il Vescovo tanto amato che voleva essere chiamato “don Tonino”, la cui fede era riconoscibile, non per l’abito, ma per le sue azioni.
Chi lo ha conosciuto in vita, dice di lui: “Don Tonino ha amato il popolo e i poveri al punto tale da superare ogni barriera sino ad ospitarli prima nel suo cuore poi anche nella sua casa”.
Chi era don Tonino Bello?
Antonio Bello (Lecce, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993), meglio conosciuto come don Tonino Bello, viene nominato sacerdote nel ’57, a soli 22 anni, poi vescovo di Molfetta in Puglia nel 1982, e presidente nel 1985 del movimento movimento cattolico internazionale per la pace “Pax Christi”. Salta alla cronaca attivando la sua Diocesi contro l’insediamento di caccia bombardieri della NATO in Puglia.
Dopo essere stato nominato vescovo, diviene noto per il suo fervente insegnamento e per la sua sensibilità pastorale. Si fa notare da tutti per la sua semplicità: da vescovo prende l’autobus, spesso va in bicicletta per non inquinare, parla con la gente al bar. Difficile riconoscerlo dall’abito: la sua fede e la sua statura morale si riconoscevano dalle sue azioni.
Unisce al magistero evangelico il servizio personale alle famiglie sfrattate che accoglie nel palazzo vescovile.
Non teme di esporsi a manifestazioni pubbliche partecipando a marce non violente contro i conflitti internazionali. Autore di importanti opere di devozione mariana, si spegne a causa del cancro poco dopo aver partecipato, già gravemente malato, alla marcia a piedi dei 500 a Sarajevo, all’epoca del conflitto dell’ex Jugoslavia.
Il 27 novembre 2007, passato poco più di un decennio dalla sua morte, la Congregazione per le Cause dei Santi, ne ha avviato il processo di beatificazione.
L’evento tanto atteso
Dopo il riconoscimento delle sue virtù eroiche oggi, sabato 15 gennaio 2022, le Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e Ugento-Santa Maria di Leuca si ritrovano in grande festa, per celebrare il Venerabile Antonio Bello.
Ora tutti aspettano il riconoscimento di un miracolo per la proclamazione della beatificazione e poi della santità.
La Celebrazione, che inizierà proprio con lettura del Decreto di Venerabilità, avrà luogo alle ore 18, nella chiesa cattedrale di Molfetta. Sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Per ottemperare alle norme anti Covid in vigore in quanto al distanziamento, l’ingresso in cattedrale sarà limitato, ma chiunque potrà seguire la diretta tv su Tele Dehon (canale 18 – 518 HD) e su Padre Pio Tv (canale 145 – Sky 852).
Domani, domenica 16 gennaio, il cardinale Semeraro presiederà la Celebrazione Eucaristia nella chiesa collegiata del Santissimo Salvatore, ad Alessano.
Le parole di affetto e stima di chi gli era più vicino
“Venerabile oggi, ma da sempre venerato“: così ne parla ad Avvenire Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello. “Don Tonino mi emoziona, e non solo oggi, per quello che stiamo vivendo. Mi emozionano i ricordi, nitidi, di un passato condiviso, mi emoziona la prospettiva di un futuro, gravido di attese. Mi emoziona anche solo pronunciare il suo nome. La Chiesa oggi e tutti fedeli aspettano il riconoscimento di un miracolo per la proclamazione della beatificazione e poi della santità. Chi lo ha conosciuto sa che lui stesso è stato un miracolo! […]
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Quella del popolo è stata sempre una categoria privilegiata per don Tonino e all’interno di essa in particolare i poveri: per la loro fragilità, per la loro universalità, per la loro naturale appartenenza al Vangelo.
Don Tonino ha amato il popolo e i poveri al punto tale da superare ogni barriera sino ad ospitarli prima nel suo cuore poi anche nella sua casa. […]
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Nessuno è stato straniero ai suoi occhi! Aveva intuito la centralità di questo problema, prima che altri affermassero che «il giorno in cui nello straniero si riconoscerà un ospite, allora qualcosa sarà mutato nel mondo», don Tonino aveva già con i fatti superato l’idea dello straniero e invitato il suo popolo a passare dalla ostilità alla ospitalità!
Forte è il fascino che questo pastore ha esercitato ed esercita ancora oggi nella Chiesa e nel mondo. Oggi celebriamo la sua venerabilità: il popolo lo ha sempre venerato! Non solo nella sua terra, ma anche e soprattutto lontano dalla sua terra. Infatti non possiamo dimenticare la sua appartenenza e la sua anima salentina ma è giusto al tempo stesso sottolineare la portata universale del suo messaggio, al punto tale che se ci chiedessimo a chi appartiene oggi il profeta dovremmo dire: a Dio e a tutti!“.