La pace, una pace interiore ed esteriore. Non sempre è facile trovarla, non sempre è facile conquistarla. Una lettera molto particolare ci spiega come trovare la pace.
Don Tonino Bello scrive una lettera nella quale ci spiega come, dall’inquietudine, sana o malevola che sia, si possa trovar pace.
Don Tonino Bello: una vita per i giovani
Quante sono le frasi, le preghiere, le invocazioni che don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta ci ha lasciato nel corso della sua vita e della sua intera attività pastorale. La sua vita trascorsa nelle campagne pugliesi, fino all’arrivo della sua vocazione al sacerdozio.
Un sacerdozio, caratterizzato anche dall’esser assistente dell’Azione Cattolica e Vicario Episcopale, poi, della pastorale diocesana. La sua vita con i giovani e per i giovani, la sua capacità di attirarli a se, per portarli a Cristo. Dare a loro la possibilità di conoscere Cristo, di averlo nella loro vita come amico, compagno di viaggio e fratello.
“Affidarsi completamente a Dio”
Ma, soprattutto, dar loro insegnamento ad affidarsi completamente a Dio Padre. In una delle sue tante lettere, anche di carattere pastorale, ha cercato più volte di spiegarci cosa sia la pace, in particolare verso coloro che, l’irrequietezza, la vivono nella loro stessa vita ogni giorno.
Don Tonino Bello: “Cercate la pace”
Una lettera, una preghiera speciale è quella che, sulla base di questo tema, vi proponiamo oggi:
“Mi rivolgo perciò a voi, icone sacre dell’irrequietezza, per dirvi che un piccolo segreto di pace ce l’avrei anch’io da confidarvelo.
A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi. A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso. A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un’altra piega all’esistenza. A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate.
A voi, che avete il corpo qui, ma l’anima ce l’avete altrove. A voi, che avete imparato tutte le astuzie del «bluff» perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza, ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire.
A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto, e non ve ne va mai a genio una, e non c’è bicchiere d’acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.
“Non abbiate paura e cercate la sorgente della pace”
A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura. La sorgente di quella pace, che state inseguendo da una vita, mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti.
Non importa che, a berne, non siate voi. Per adesso, almeno.
Ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana, avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena. Perché la vostra inquietudine interiore si trasfigurerà in «prezzo da pagare» per garantire la pace degli altri.
O, se volete, non sarà più sete di «cose altre», ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo, può estinguere ogni ansia di felicità.
Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire, abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola: «O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».
ROSALIA GIGLIANO