Una testimonianza di una situazione personale, vissuta anche da molte altre persone. Un momento di riflessione grazie alla risposta di Padre Angelo.
E’ adulterio oppure no? Padre Angelo, sacerdote, risponde alla domanda di una donna che vive una situazione personale non consona alla sua promessa di matrimonio.
La testimonianza di una donna che si trova in una situazione di vita che non rispecchia più il sacro vincolo del matrimonio. Una scelta dettata da diverse condizioni che, la donna, sente ormai di dover confidare a qualcuno. E, per questo motivo, affida le sue parole ad un sacerdote, nella speranza che lui possa darle, forse, quella risposta certa che lei cerca da tempo.
“Caro Padre Angelo,
sono una donna sposata e madre di una bimba cercata con amore e desiderio…ho perso due bambini prima di lei […] Dopo la sua nascita, mi sono sentita sempre più mamma e sempre meno sposa, e devo dire con molto dispiacere, che piano piano il mio matrimonio è finito fisicamente e psicologicamente da ambo le parti.
Dopo anni, ho conosciuto un uomo e, spontaneamente, ci siamo innamorati e trovati simili in ogni nostro angolo di vita. Come non so, ma siamo diventati unicità, complicità e voglia di vivere. Non mi sento una peccatrice: tutto tra noi è stato cosi strano, è come se il nostro amore dovesse salvare noi da vita un po’ meno regolare e pura” – scrive la donna.
Nel raccontare la sua situazione, la donna descrive, però, anche il suo senso di rimorso verso il suo coniuge tradito: “Stiamo tutti e due nelle attuali famiglie con tanti rimorsi di coscienza verso i nostri rispettivi coniugi e verso i nostri figli. La scelta di restare nell’ombra è dovuta all’atto di amore verso di loro.
Spesso parliamo di questo, ci chiediamo se Dio ci ha voluto insieme. Ma da cattolici, con tanti rimorsi di coscienza. Ma davvero amare cosi tanto una persona, arrivata sì nel momento forse sbagliato della vita, è peccato?” – continua la donna.
“Non può essere che il nostro amore sia la salvezza delle nostre anime, rendendoci l’uno solo dell’altra, e cambiando in meglio le nostre vite. Noi insieme siamo amore quello che ti fa sentire unico, che ti fa sentire speciale, vero, vivo che faresti questa cosa per la felicità, serenità, per la vita di chi ami, proprio fin che morte non ci separi. Io…non mi sento peccato […]
Dopo che ho conosciuto lui mi sono anche riavvicinata alla chiesa. Lui è molto devoto. Padre, io non riesco a sentirmi inadeguata da pentirmi di amare lui” – conclude la donna.
La risposta di Padre Angelo arriva immediata, attraverso una spiegazione che tocca diversi brani della Sacra Scrittura: “Carissima, nella seconda di Avvento, nella prima lettura, abbiamo sentito queste espressioni: “Percuoterà il violento con la verga della sua bocca” (Is 11,4).
Queste parole sono dette in riferimento a Gesù, il quale nel suo insegnamento ha detto anche questo: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio” (Mc 10,11-12).
Tu non ti sei sposata ancora con un altro uomo, ma di fatto compi ugualmente adulterio.
Non è sufficiente che a te l’amore appaia puro perché sia tale. La passione acceca e fa girare una persona al punto che con la massima disinvoltura è pronta a chiamare bene ciò che è male” – spiega il sacerdote.
Il pensiero di Padre Angelo va, in particolare, alla bambina, figlia della donna: “Penso alla tua bambina: come sarebbe contenta se i suoi genitori stessero insieme e si volessero bene. Ma questo passa in subordine quando la passione fa sentire preminente qualcosa d’altro.
Per questo non riesco a capacitarmi di quanto hai scritto: “non mi sento peccato… perché noi siamo amore puro, quello che ti travolge”. Forse dovresti dire invece: “noi siamo passione pura, quella che ti travolge”. Ma, ne sono certo, questo ti apparirà un giudizio duro e incomprensibile.
Penso alla sofferenza magari inespressa o repressa, ma certamente esistente, della tua bambina. Non ti interessa? Non sei chiamata a vivere anzitutto per lei, dimenticando te stessa? Non sarebbe amore questo? E amore puro?” – continua.
Ma anche al suo coniuge tradito: “Penso anche all’uomo umiliato al quale il giorno delle nozze hai promesso rispetto e fedeltà per tutta la tua vita e adesso – dopo aver investito tutte le proprie energie in questo investimento – si trova abbandonato. Non conta la sofferenza che uno subisce per il tradimento del patto?
E il giudizio che ti riserverà il Signore alla luce dei versetti che sopra ti ho riportato non conta? Non sarà quello il momento supremo e decisivo della nostra vita? Che cosa ci stiamo preparando per quel momento?”.
Il sacerdote, poi, conclude ponendo la sua riflessione dal punto di vista della Chiesa: “L’uomo che hai conosciuto, mi dici, è un uomo devoto e così hai cominciato a riavvicinarti alla Chiesa. Che sia devoto è senza dubbio una buona cosa. Ma è un uomo che non ti sta amando in maniera vera.
È un uomo che neanche tu ami in maniera vera perché state distruggendo il vostro presente, quello che dovevate costruire secondo il disegno di Dio. E, Dio non voglia, che stiate distruggendo anche il vostro futuro eterno.
Probabilmente ti saresti aspettata da me una parola consolatoria o comunque una parola che ti giustificasse. Ma mi sono sentito in dovere di parlarti come ti avrebbe parlato Giovanni Battista, il quale diceva ad Erode: Non ti è lecito stare con quella donna.
Il Battista, a differenza di tutti gli altri, voleva ad Erode il bene più grande: gli premeva di più l’unione di Erode con Dio che con una donna che non era sua moglie. Anch’io lo desidero per te” – conclude il sacerdote.
Una risposta chiara quella di Padre Angelo, volta al vero bene della donna, come lui stesso rimarca. Un monito per i tanti che si trovano nella sua stessa situazione e sono offuscati dalla passione e non riescono a vedere con verità la loro vita.
Fonte: www.amicidomenicani.it
ROSALIA GIGLIANO
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